"Cosa c'entrano le province| con i manager della sanità?" - Live Sicilia

“Cosa c’entrano le province| con i manager della sanità?”

Il medico catanese Renato Passalacqua, segretario regionale del Coordinamento Italiano dei Medici Ospedalieri, scrive una lettera al Governatore e si pone alcuni interrogativi. Riceviamo e pubblichiamo.

UNA DOMANDA PER CROCETTA
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CATANIA – Ancora oggi, leggiamo sui giornali, che il Presidente della Regione e l’Assessore alla Sanità promettono la nomina dei nuovi Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere e delle ASP entro i primi di marzo. La promessa delle nuove nomine già da mesi si ripete dopo un lungo processo di selezione dei manager che già molti dubbi ha creato ed a quanto si dice anche diversi ricorsi. Le nomine dei nuovi manager dovrebbero avvenire a detta del presidente della Regione subito dopo la “… partita delle province…”. Ma perché? cosa c’entrano le province con la necessità di nominare i nuovi manager, soprattutto in quelle Aziende rette da un Commissario Strordinario, impossibilitato non solo ad una programmazione ma anche a nomine o atti necessari a garantire la continuità dei servizi, vedi la circolare regionale del 23 gennaio scorso. Forse la nomina dei manager è condizionata ad un accordo politico complessivo di approvazioni di provvedimenti che niente hanno a vedere con la sanità?

La politica abbia uno scatto d’orgoglio, nomini subito i direttori generali in funzione delle professionalità e dell’innovazione, come promette il Presidente della Regione, e li renda scevri da condizionamenti. Nello stesso tempo la politica faccia delle scelte chiare: l’attuale piano di rimodulazione della rete ospedaliera non divenga un semplice taglio di posti letto, ma tenga conto dell’epidemiologia e della necessità di prestazioni, dei bacini d’utenza, dell’orografia del territorio, del sistema viario; in funzione di ciò determini un vero ridisegno della rete ospedaliera regionale pubblica e privata convenzionata, con l’integrazione e la riorganizzazione della medicina di base e dei servizi sanitari convenzionati. Si attuino scelte importanti vengano rifunzionalizzati quei presidi ospedalieri che non hanno motivo di essere mantenuti e si potenzino gli ospedali che debbono rimanere. I risparmi vengano ottenuti con razionalizzazione della spesa e non con tagli orizzontali. Bisogna inoltre prestare attenzione alla richiesta di prestazioni da parte dell’utenza, l’afflusso massiccio che si riversa oggi verso i servizi di pronto soccorso è indice di necessità di assistenza sanitaria che impropriamente si riversa negli ospedali, ma che di fatto esiste e che va erogata all’utenza nei modi adeguati.

Epidemiologia delle prestazioni significa valutare la tipologia di richiesta ed indirizzare l’utente verso chi deve erogare la prestazione nel modo più appropriato, rispettando anche il criterio di “economia sanitaria”. Agli utenti invece che necessitano di trattamento ospedaliero va garantito la qualità del servizio che dipende principalmente dal buon sistema organizzativo: un ospedale per dirsi tale deve avere tutte quelle divisioni e servizi che garantiscano la sicurezza del paziente; le dotazioni organiche del personale devono essere appropriate e standardizzate, così come anche il numero di posti letto per ogni divisione; non possono esistere divisioni ospedaliere con 4 o 6 posti letto perché sono anti economiche giacchè il costo del personale è il primo capitolo di spesa e ogni divisione deve avere un organico minimo. Bisogna fortemente integrare le prestazioni tra territorio ed ospedale con protocolli organizzativi per una gestione integrata del paziente ove il medico di base sia in contatto continuo con l’ospedale ed a questi invii il paziente quando questi necessiti di ricovero o di esami specialistici utilizzando la tecnologia che oggi è prevalentemente nelle strutture ospedaliere e sovente sotto utilizzata.

Questo è quello che oggi chiediamo al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità ed alla politica siciliana. L’Italia ha un sistema sanitario che nel mondo ci invidiano, anche la Sicilia può non essere da meno.

Il Segretario Regionale

CIMO – ASMD

Dr. Renato Passalacqua


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