PALERMO- Qualcuno di loro avrà, forse, visto le stelle, martedì sera. Perché di botte se ne sono scambiate. Eccome. Da un lato, il gruppo dei grillini, guidato da Giancarlo Cancelleri e strenuo difensore della mozione di sfiducia a Crocetta. Dall’altro, un uomo solo. Ma seduto sulla prestigiosa poltrona di vicepresidente dell’Assemblea regionale. Antonio Venturino, ancora oggi, viene definito dagli ex compagni a cinque stelle, come “la vergogna e il più grosso errore del Movimento”. Lui risponde appiccicando ai deputati grillini l’etichetta di demoagoghi e populisti. E nel frattempo, segna l’addio definitivo dai prinicipi “francescani” del Movimento, reclamando (e ottenendo) l’autista per la propria auto blu. Proprio il simbolo della casta. E della fine di un amore.
S’erano amati, già. E tanto, forse. Se è vero che proprio Venturino fu individuato dai colleghi per ricoprire la più importante carica istituzionale all’interno del Parlamento a disposizione dei grillini, dopo i fitti colloqui portati avanti con la maggioranza e lo stesso presidente Crocetta. Colloqui ripiombati dentro la seduta di martedì, quando le opposizioni di centrodestra, per giustificare la loro iniziale scelta di non votare la mozione, hanno sottolineato come i grillini “fossero un partito come gli altri. Che non ha fatto altro che barattare poltrone”. La mozione, insomma, era pure condivisibile. Ma il fatto che a presentarla fossero proprio i seguaci del comico genovese, rappresentava (ma poi tanti cambieranno idea…) un ostacolo insormontabile. Un concetto, del resto, sottolineato sempre in Aula dal segretario del Pd Lupo: “Questa mozione è stata ordinata da Beppe Grillo, che vuole tradurre in Sicilia l’atteggiamento irresponsabile tenuto a Roma”.
A un certo punto, a Sala d’Ercole, l’impressione era che si stesse votando sì una mozione di sfiducia. Ma contro gli stessi grillini. Apparsi soli. Mai come adesso. Né maggioranza, né parte di un’opposizione coesa. Ma al di là delle diffidenza del resto dell’Assemblea, quello celebrato martedì è stato anche un piccolo “processo interno” al Movimento. Col gruppo, da un lato, a insistere per la sfiducia e il “fuoriuscito” a puntare l’indice contro gli errori del Movimento. Errori che avrebbero portato, in tutta Italia, centinania di migliaia di persone a prenderne le distanze. “Mi chiedo – ha detto in Aula Venturino – se questa mozione che tutti quanti sappiamo essere una sceneggiata e probabilmente per questo presentata dall’onorevole Cancelleri, che per mesi è stato qui in prima fila a guardare, e forse oggi vuole essere protagonista di qualche sceneggiata. Vorrei sapere solo per un attimo – ha proseguito – se questa mozione passasse cosa succederebbe a quei migliaia di cittadini fuori, che oggi aspettano, ancora di vedere come si arrivi ad approvare una variazione di bilancio per dare risposte serie, parliamo di pane”.
E la replica sprezzante, sempre a Sala d’Ercole, è stata affidata al deputato Siragusa: “Venturino – ha detto – si è trovato ‘miracolato’ della carica e dell’onore della vicepresidenza di questa prestigiosa Assemblea, proprio grazie a quel simbolo che ha tanto vituperato nel suo intervento odierno, parlando di baggianate, di populismo, di aver perso quelli che sono i valori emotivi per cui più di trecentomila siciliani ci hanno dato il loro voto portandoci qui. Onorevole Venturino, – ha proseguito il parlamentare – noi quei valori e quei motivi non li abbiamo persi, infatti continuiamo a restituire il 70 per cento delle nostre indennità, lei può dire lo stesso? Lei ha resistito solo un mese, poi è fuggito dai suoi obblighi elettorali, perché? Lei non ha completamente idea di cosa sia il M5S, e non può permettersi di usare il “noi” quando parla del Movimento, perché i nostri sono valori che non le appartengono. Lei è stato il nostro errore, la nostra più grande sciagura, la nostra vergogna”.
“Per quanto riguarda l’ennesimo attacco sulla rendicontazione, – la replica del vicepresidente dell’Ars – anche su questo faremo luce ben presto, perché mi risulta che qualcuno ha cominciato a fare qualche passo indietro, ma questo è un altro discorso, e siccome oggi parliamo di una mozione di sfiducia, non mi voglio prestare alle accuse tipiche da facebook dei mie ex colleghi, per cui lasciamo e proseguiamo e stendiamo un velo”. La fine di un amore. Che lascia dietro di sè qualche auto blu e una scia di veleni. A cinque stelle.