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Palermo, aumentano i bambini ricoverati per Covid

Furnari: "Al Di Cristina I ricoveri sono aumentati in modo esponenziale"
CORONAVIRUS
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PALERMO – La nuova fase della pandemia attacca principalmente i bambini e così anche negli ospedali pediatrici crescono i ricoveri. Nell’ospedale ‘Di Cristina’ di Palermo dal primo gennaio ad oggi sono stati 15 ricoveri di bambini per sintomi da Covid19 mentre nel periodo dal 24 al 31 dicembre erano stati registrati 40 piccoli degenti.

“L’incremento dei ricoveri è notevole – dice Roberto Colletti, direttore generale dell’azienda Arnas Civico Di Cristina, non mi risulta che ci siano allo stato bambini in terapia intensiva per fortuna ma i nostri numeri sono più o meno quelli relativi alla media del Paese”.

I dati sui bambini ricoverati

L’aumento esponenziale dei ricoveri viene confermato anche Marilù Furnari, direttore di presidio dell’ospedale dei Bambini ‘Di Cristina’ di Palermo: “I ricoveri sono aumentati in modo esponenziale da ottobre, quando ne avevamo avuti 3, a novembre 9 e poi a dicembre 58, 40 dei quali avvenuti tra il 24 e il 31 dicembre”. “I pazienti, alcuni al di sotto dei 5 anni, stanno ricoverati in media due-tre giorni – aggiunge Furnari – presentano sintomi che riguardano le prime vie aeree, bronchite, polmonite, febbre e vomito, cefalee, diarree”.

E l’appello alle vaccinazioni viene rinnovato: “Bisogna ampliare le vaccinazioni tra gli adulti – sottolinea Furnari – e accelerare senza indugi con le vaccinazioni pediatriche, è fondamentale”.

Marano: “Necessario screening di massa”

Mentre, quindi, crescono i bambini ricoverati, l’assessore del Comune di Palermo alla scuola Giovanna Marano chiede di fare fronte all’emergenze con screening di massa prima del rientro in classe. “Con l’attuale quadro epidemiologico e una vertiginosa diffusione dei contagi – ha affermato Marano – il Comune è in attesa che a livello nazionale il Comitato tecnico scientifico prenda delle decisioni che possano escludere una ricaduta negativa in seguito alla riapertura dei servizi educativi 0-6 anni, e che possano salvaguardare la salute dei bambini e delle bambine non vaccinabili, di età inferiore ai cinque anni. Riteniamo necessario, – ha aggiunto – che come annunciato prima dell’inizio del nuovo anno dal presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, i territori vengano attrezzati per effettuare screening di massa per bambine, bambini, insegnanti e personale educatore; così da tentare di preservare la didattica in presenza e non finire in dad dopo pochi giorni dalla riapertura di nidi e scuole”.


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