Covid: il virus rallenta, ma ancora non è finita - Live Sicilia

Covid: il virus rallenta, ma ancora non è finita

Si iniziano a vedere posti letto vuoti. La fotografia dell'emergenza

CATANIA. Il camice bianco comincia a pesare come un macigno. Nonostante l’amore profondo per la ‘missione-professione’ la stanchezza nell’avvio del terzo anno di pandemia è già diventata insopportabile. Medici e infermieri sono sfiancati da una diffusione del virus che dallo scorso dicembre ha raggiunto picchi per molti inimmaginabili.

La variante Omicron del coronavirus ha raggiunto ogni luogo o casa. Il vaccino ha salvato dall’ospedalizzazione ma in molti (moltissimi) casi non ha evitato il contagio. Così i numeri sono schizzati alle stelle e – vista la legge dei grandi numeri – anche i ricoveri hanno subito un rialzo galoppante. Solo da qualche settimana iniziano a vedersi posti letto vuoti per giorni.

Fino a poco fa non si aveva tempo di dimettere che già un altro paziente positivo arrivava, alcune volte anche dopo ore o ore di attesa al Pronto Soccorso. Ma nella cronaca di questo primo mese 2022 di emergenza sanitaria è accaduto che nei report covid sono finiti anche chi è finito in ospedale non per il contagio ma per un altra patologia. Una frattura, un incidente, un infarto.

C’è stato un momento che i primari di Malattie Infettive hanno lanciato l’allarme. Cioè quello di trovare spazi per quei pazienti positivi asintomaci dal Covid ma ricoverati per altri motivi, in modo da poter da una parte dare la giusta assistenza ai malati e dall’altro lasciare letti liberi ai contagiati con gravi conseguenze respiratorie. Al San Marco di Catania già a gennaio si sono attrezzati per la creazione di un reparto di medicina generale ad hoc e poi un reparto covid di cardiologia. Al momento su 10 posti letto sono occupati 6. Un numero non certo indifferente. Ma il problema resta. Le terapie intensive hanno qualche posto libero. Ed è free anche uno dei letti Ecmo al Policlinico. Purtroppo una donna (convinta no vax) nelle scorse settimane non ce l’ha fatta.

“C’è voglia di tornare alla normalità”, sussurra qualcuno. Ma un medico avverte: “Ancora è troppo presto. Non possiamo permetterci un libera tutti. Ancora non ci sono le condizioni”.


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