Covid, padre e figlia morti: “Vaccinati a domicilio” - Live Sicilia

Covid, padre e figlia morti: “Vaccinati a domicilio”

Il numero complessivo dei positivi in provincia ha raggiunto ieri quota 730.

Nicosia – Per Gioacchino Venuta, impiegato in pensione del Comune di Nicosia non più giovanissimo, l’Asp di Enna aveva autorizzato la vaccinazione a domicilio dal Covid-19. E quando a fine luglio, all’ottantaduenne, è stata somministrata la prima dose, è stata sottoposta a vaccinazione domiciliare anche sua figlia Annamaria, 48 anni, dipendente comunale a sua volta. Fatali, però, si sono rivelate le tre settimane successive, perché entrambi, sia Gioacchino Venuta che la figlia Annamaria, sono risultati positivi e hanno perso la vita, nel giro di quarantotto ore l’una dall’altro. La tragedia ha gettato nello sconforto il più grosso centro della zona nord della provincia di Enna, in realtà un paese da poco più di 13 mila abitanti. 

Il dato dei contagi in provincia

La notizia ha generato anche qualche confusione soprattutto, ma non esclusivamente, sui social. Intanto preoccupa il dato relativo ai contagi in provincia, anche ieri salito di altri 35 “positivi” nelle varie cittadine dell’Ennese. Il Comune di Barrafranca continua a preoccupare per la crescita costante, di giorno in giorno, della curva dei contagi (in tutto 176). 

Il numero complessivo dei positivi in provincia ha raggiunto ieri quota 730. Al reparto Covid dell’ospedale Umberto I risultano, all’ultimo aggiornamento, ricoverate 40 persone. Una parte dei ricoverati, ben 7 persone, provengono da altre province dell’Isola. Vi sono poi altri sei in terapia intensiva, solo due dei quali provenienti dalla provincia di Enna. Cinque su sei non hanno fatto il vaccino. Il dato dei ricoveri, tuttavia, è in aggiornamento costante. Quaranta ricoverati rappresenta già il 50 per cento dei posti letto disponibili. 

L’Asp di Enna, che da tempo ha messo in campo open day e altre iniziative per stimolare l’adesione alla campagna vaccinale, nei prossimi giorni opererà cercando di valutare, con la propria unità di crisi e di concerto con le autorità locali e i medici, una strategia per far crescere il numero di somministrazioni nei centri dove la percentuale di adesione è più bassa che altrove, tra cui Agira, Barrafranca e Catenanuova. 


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