'Covid, più ricoveri con la terza dose: chi sono i pazienti a rischio'

‘Covid, più ricoveri con la terza dose: chi sono i pazienti a rischio’

Parla la dottoressa Tiziana Maniscalchi, primario al 'Cervello'.

Più ricoverati con le terze dosi di vaccino. Ricoverati con le quarte dosi. E’ la notizia che abbiamo dato ieri e che conferma come sia necessaria, al cospetto del Covid, una libertà che sia responsabile. Ora andiamo a guardare in una delle trincee in cui si combatte la guerra pandemica: il pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo. “I ricoveri aumentano, ovunque e anche da noi – dice il primario, la dottoressa Tiziana Maniscalchi -. Ieri, per esempio, abbiamo registrato circa cinquanta accessi”.

“La terza dose del vaccino è fondamentale – continua la dottoressa Maniscalchi –, se non ci fosse, staremmo assistendo a un massacro. Abbiamo qui diverse persone con la terza dose, lo confermo. Alcuni li rimandiamo a casa, dopo la terapia, altri restano in reparto e ci sono i fragili che possono subire un discreto coinvolgimento polmonare, nonostante la protezione. Chi sono i soggetti più a rischio? Tutti quelli che hanno fatto la terza dose più di 120 giorni fa e che abbiano delle comorbilità. Pensiamo agli anziani, agli oncologici, ai trapiantati. Il paziente trapiantato, purtroppo, è quello più in bilico di tutti”.

Previsioni per il futuro se ne possono fare? “No – conclude il primario – perché siamo davanti a un virus quasi inafferrabile che varia continuamente, dunque non sappiamo con certezza in che forma si presenterà domani. Abbiamo il problema di tanti cluster ospedalieri. La buona notizia è che i colleghi, tutti protetti con la terza somministrazione, non sono ricoverati”.

“Perché ci sono tanti contagi? ha detto a LiveSicilia.it la professoressa Francesca Di Gaudio LEGGI QUI – Per Omicron che, come sappiamo, è estremamente diffusiva con tutte le sue sottovarianti. Siamo passati, il dato è nazionale ma vale anche per la Sicilia, dallo 0,1 per cento di dicembre, al 98,6 di febbraio, al cento per cento di oggi. Al momento abbiamo un settanta per cento di Omicron e un trenta per cento di Omicron 2. A Palermo, dove il sequenziamento è alto, siamo a cinquanta e cinquanta”.

ospedali palermitani
Tiziana Maniscalchi, primario Pronto soccorso ospedale Cervello

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