Covid, papà non vaccinato con il figlio: l'odissea al Civico

Covid, papà non vaccinato con il figlio: l’odissea al Civico

Ancora una storia di bambini in difficoltà per la malattia dei genitori.

PALERMOL’odissea ha avuto inizio, stamattina, al pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo. Arriva un papà trentenne, con sintomi di insufficienza respiratoria, ha con sé il figlio di un anno e qualche mese. La mamma non è a casa, è straniera ed è bloccata fuori dall’Italia con il Covid. Il papà viene sottoposto al tampone: positivo al coronavirus. Anche il bambino è positivo.

L’odissea

Cominciano delle attività che, in questo caso, sono collaudate dall’esperienza. Padre e figlio sono già nella ‘zona grigia’ del pronto soccorso, lì dove finiscono tutti i sospetti positivi. Il papà sta male, ma riesce a raccontare le sue difficoltà. Spiega che a casa non c’è nessuno. A chi lasciare il bambino piccolo, positivo, ma del tutto asintomatico? Il personale del pronto soccorso si mette a disposizione con un duplice ruolo: prestare le cure e trovare una sistemazione. Ma non è semplice e quella soluzione cercata, a livello ospedaliero, non si trova, per un motivo o per un altro. La zona grigia dell’area d’emergenza, intanto, è bloccata per molte ore. Dentro ci sono due positivi. Il papà ha una situazione che viene descritta come impegnativa, è in ossigenoterapia e monitorato.

La soluzione

Alla fine, tra ospedale e centrale del 118, seguendo le indicazioni del papà, si rintracciano degli amici di famiglia positivi al Covid, ma in via di guarigione. Saranno loro a prendersi cura del piccolo. Viene organizzato il trasporto a cui seguirà il ricovero del papà nel reparto di Malattie infettive del Civico. Commenta il dottore Massimo Geraci, primario dell’area d’emergenza: “Oggi si è creato un problema di sistema. Penso che lo zelo e il legittimo dubbio, che sono normali in questi casi, non risultino adatti al momento. I colleghi interpellati da noi, che avevamo bisogno di mettere il bambino in una condizione di sicurezza, la meno disagiata possibile, hanno avuto ottime ragioni per eccepire e obiettare, non discuto. Ma, in certi casi, è necessario andare al di là della prassi. Altrimenti l’onere ricade sui servizi e su chi sta in prima linea. Secondo quanto ci risulta, il piccolo è stato dimesso ieri dall’ospedale ‘Di Cristina’ per infezione da Covid in buone condizioni, lì era stato assistito dal padre”.

I figli piccoli dei positivi

Diverse ormai sono le storie che abbiamo raccontato di bimbi smarriti e soli per la malattia dei genitori. Il punto dolente era stato già posto dal commissario per l’emergenza, Renato Costa: “Il problema mi pare che sia chiaro. Si pone una emergenza sociale nettissima, perché il Covid ha cambiato bersaglio clinico, per tanti motivi, e adesso in terapia intensiva ci finiscono i giovani. Se sei un padre o una madre, se non hai a chi lasciare i figli piccoli, che cosa farai, quando non hai il sostegno di una famiglia allargata? Sono eventi sentinella di una questione enorme che non smetterò mai di sottolineare. Ci vuole una vera e concreta attenzione sul punto, perché non possiamo sempre supplire con interventi tampone”.


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