“Anno nuovo errori vecchi. Sembra che la Sicilia non abbia fatto tesoro degli errori del passato e che continui a sbagliare come nel corso della prima ondata di Covid-19 del 2020”. Lo afferma in una nota il vice presidente regionale del Codacons, l’avvocato Bruno Messina, che parla di “soggetti positivi lasciati in balia di sé stessi perché le Usca e le Asp non rispondono né al telefono né per via telematica per assistere i tanti malati, per impartire le direttive sui comportamenti da seguire, sulle modalità della quarantena, dei tamponi da effettuare e di quant’altro risulti necessario a prevenire ulteriori contagi””Il tracciamento dei contatti – continua è saltato come nel 2020. Molti attendono invano di sapere quando devono fare il tampone molecolare, privandosi del lavoro e degli affetti; eppure la quarta ondata era stata abbondantemente annunciata”.
“C’è chi viola la quarantena per fare il tampone”
Il vicepresidente del Codacons Sicilia rileva anche le “file interminabili di persone in piedi o in auto in attesa di effettuare un tampone” aggiungendo che “in assenza di controlli alcuni tengono comportamenti sconsiderati, come quello di violare la quarantena per effettuare un tampone, rischiando così di contagiare altri”. Per Messina inoltre “bisogna anche considerare che non tutti hanno la possibilità di non lavorare per giorni, di pagare un infermiere che effettui per loro il tampone a domicilio evitando di uscire per farlo, e non tutti hanno amici e parenti che li assistono nel corso della quarantena”. “C’è gente sola e in difficoltà economiche – conclude Messina – che non può affrontare senza l’aiuto delle istituzioni le conseguenze della pandemia. A tutto questo si aggiunga che le regole cambiano continuamente, aumentando così la confusione tra le persone”.