"Crack, agiamo subito o i nostri figli moriranno ancora"

“Crack, agiamo subito o i nostri figli moriranno ancora”

Parla il papà di Giulio, morto di crack. Il suo progetto. A che punto siamo?

“Ringrazio tutte le persone che ci stanno dando una mano. Chi è vicino, chi è stato con noi nella serata per raccogliere fondi al Teatro Massimo, chi ha manifestato affetto per Giulio e solidarietà. Ora, non possiamo perdere altro tempo e dobbiamo procedere. In questo momento, a Ballarò, c’è qualcuno che è ancora vivo, ma che sarà vittima di un’overdose. Non sappiamo quando, però è purtroppo certo che accadrà e che conteremo altre vittime”.

Il dottore Francesco Zavatteri, con i suoi figli, sta affrontando la battaglia di tutti. Si muore di crack a Palermo. Si muore di droga, fumata e inalata, nel cuore di Ballarò, come se niente fosse. Giulio, suo figlio, ad appena diciannove anni è stato risucchiato da quel buco nero. Francesco sta cercando di costruire un orizzonte. Un centro di accoglienza a bassa soglia per la tossicodipendenza, proprio a Ballarò. “Io voglio solo raccogliere le risorse per affidarlo a mani competenti”, spiega. Ancora una volta.

A che punto siamo, dottore Zavatteri?
“Vedo che c’è tanta disponibilità, soprattutto fra i palermitani. Ricevo continuamente telefonate di tante care persone che offrono soldi, che vogliono esserci e impegnarsi. Il prossimo passo lo deve compiere la politica che si è, fin qui, mostrata attenta, devo riconoscerlo. Ora, ci vuole uno scatto”.

Lei sembra molto determinato.
“Come ho scritto in un post su Facebook: continuerò a bussare alle porte fino a farmi sanguinare le mani. Non si può dormire la notte, sapendo che ci sono i nostri figli, i figli di tutti, buttati per la strada ad aspettare un’orrenda e dolorosissima morte per crack. Rilancio il mio appello alle istituzioni: facciamo presto, non c’è un momento da perdere”.

Perché?
“Perché in questo momento, a Ballarò, c’è qualcuno che fuma il crack, una ragazza o una ragazza, che sarà, certamente, la prossima vittima. E’ una corsa disperata contro la droga e dobbiamo arrivare primi. Dobbiamo salvare quante più persone sia possibile”.

Lei, insomma, non si fermerà.
“Se l’iniziativa non andasse, malauguratamente, in porto, restituirò, centesimo per centesimo, i soldi raccolti. Ma io sono fiducioso. Credo nelle istituzioni che, con la loro presenza al Teatro Massimo, hanno preso un impegno solenne davanti alla città. Non si può tornare indietro”.

Torniamo a parlare di suo figlio.
“Era una persona splendida. E’ stato ucciso da chi sapeva che era in cura per uscirne e ha scelto, egualmente, di calpestare la sua vita, per pochi euro. Lui, come altri, è una vittima dei mercanti di morte. Vogliamo combatterla sul serio o stiamo ancora a guardare?”.

Lei è in campo per Giulio?
“Per lui e per tutti quelli che sono a rischio. Basta con queste morti che passano inosservate, sono i nostri figli, i figli dell’indifferenza e del silenzio. Basta con le tragedie che si possono e si devono evitare. Quello che accade chiama in causa la responsabilità di chi, fino a oggi, ha voltato la testa dall’altra parte. Non è accettabile”. (rp)


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