PALERMO – “Non credo proprio che Marino ce l’avesse con me. Ma certamente le sue parole sono molto gravi e preoccupanti. Per questo chiedo che venga in Aula a riferire. E soprattutto a fare i nomi”. Antonello Cracolici ne è convinto. Le parole dell’assessore all’Energia sui presunti condizionamenti della politica nella gestione delle pratiche per i nuovi progetti energia pulita nell’Isola rappresentano l’ennesima manifestazione dei problemi tutti interni al governo. “Ma da un magistrato mi attendo un linguaggio più chiaro, meno allusivo”.
Insomma, onorevole, meglio sgombrare subito il campo da ogni dubbio.
“Mi pare evidente. Come può, un assessore come Marino, lasciare questa questione in sospeso? Lui parla di pesanti condizionamenti in assessorato, di atti illegali. Gli chiedo di venire in Aula a chiarire la questione. E chiedo che con lui sia presente anche il presidente Crocetta. Devono spiegare se, in quali sedi e in quali forme la politica ha condizionato l’attività amministrativa. E soprattutto devono spiegare ‘chi’ è stato”.
Nella sua nota, l’assessore ha usato toni sprezzanti nei confronti della politica. Ha parlato di vigliaccheria e di irresponsabilità. Ha detto che certi politici sollevano polemiche attraverso parole e atti inutili. Si riferiva forse alla vostra mozione con la quale avete chiesto lo stop alle autorizzazioni sull’Eolico.
“Guardi, meglio far finta di non leggere queste frasi di Marino. Qualunque atto di un parlamentare non solo non è inutile. Ma è sacro. Ancor più un atto che vede sì me come primo firmatario, ma che è, in realtà, una mozione del più grosso gruppo parlamentare all’Ars. Forse l’assessore ha un’idea confusa della democrazia. Gli andrebbe spiegato che questa non dipende dal capetto di turno o dall’unto dal Signore”.
Cos’è questo, il nuovo scontro tra governo e ‘politica’? Lo stesso che ha innescato, di fatto, la crisi di governo?
“Io penso semplicemente che quelle di Marino siano state considerazioni fuori le righe, considerato il ruolo che ricopre. Parole che sono il frutto di un nervosismo inspiegabile, ma anche inquietante. Perché alle sue accuse non segue una spiegazione. Marino si limita ad affermazioni generiche, allusive”.
Parla anche di interessi sui termovalorizzatori.
“In questo caso sono certo che non si riferisse a me. È noto infatti che io sia stato in prima fila per annullare la vecchia gara sui termovalorizzatori. Posso semmai dire a Marino ‘benvenuto tra noi'”.
Torniamo al casus belli. La Regione avvia decine di conferenze di servizio su Eolico e Fotovoltaico. Voi vi dite fortemente contrari. Il dirigente generale Pirillo presenta le dimissioni a Marino, che le respinge. E attacca la ‘politica con la p minuscola’.
“Anche in questo caso Marino dovrebbe essere chiaro. Io non ho mai chiesto le dimissioni di Pirillo, nè di nessun altro. Chi è stato? Io, insieme al mio partito, ho posto un tema: il governo ha detto apertamente ‘no’ all’Eolico. È possibile allora che si avviino nuovi procedimenti per installazioni di impianti? C’è una contraddizione evidente, spiegabile solo in due modi…”.
…vale a dire?
“O la Regione dice stupidaggini, o il governo produce atti in contrasto con… se stesso. Insomma, o all’interno dell’esecutivo non parlano tra loro, o siamo allo sbando”.
Marino ha replicato che l’iter in realtà non poteva essere bloccato, dopo un pronunciamento del Tar.
“Il Tar dice che non possono essere fermate le conferenze di servizio. Non obbliga di certo a dare un giudizio positivo ai progetti. E del resto, la Regione ha bloccato questi procedimenti con la delibera che prevede, in ritardo, la necessità del piano di zonizzazione. Evidentemente, quei procedimenti potevano essere arrestati”.
Perché anche da voi questa ostilità nei confronti dell’energia alternativa?
“Questa energia pulita non fa che sporcare il nostro paesaggio, muta la conformazione stessa del nostro territorio, lo devasta. E spesso non produce nulla. Mi sembra lo stesso meccanismo per il quale gli agricoltori producevano arance per poi portarle al macero”.
Torniamo alle accuse di Marino. Lui dice: “Dio ci salvi da questa politica”.
“Sono allibito. Mi pare incredibile che qualcuno si possa fare interprete di una specie di ‘bella politica’. E vorrei ricordare a Marino, che la ‘brutta politica’ che lui attacca, è la stessa che gli ha consentito di fare l’assessore e la stessa con la quale si è candidato al Parlamento nazionale. Forse è il momento di dire basta a questa ipocrisia. Tutti oggi fanno gli antipolitici e nel frattempo aspirano a fare i politici”.
Cosa c’è allora, secondo lei, alla base della reazione di Marino?
“Penso semplicemente di aver toccato un nervo scoperto. Di aver trovato qualcuno con le dita nella marmellata. E adesso queste persone, con le dita sporche, si affannano a dire ‘è stato lui’. Marino ci ha spiegato che il ‘no all’eolico’ di Crocetta è pura poesia. Perché nella pratica, lui non potrà che dire di sì. Quindi, o il presidente della Regione finora ha raccontato bugie, o non è in sintonia con Marino. E non solo con lui. Visto che le autorizzazioni per i nuovi impianti sono giunte anche dagli assessorati all’Ambiente e ai Beni culturali”.
Altro attacco di Marino è rivolto a interessi di imprenditori che portano avanti una battaglia antimafia ‘fittizia’. Lei che ne pensa?
“Anche in questo caso chiedo a Marino di stabilire nomi, facce e identità. Non voglio credere che la ‘nuova, bella politica’ possa scegliere la strada delle allusioni. Chiedo che anche su questo punto Marino e Crocetta vengano a spiegare in Aula”.
Alla politica con la p minuscola quindi…
“Guardi, io non credo proprio che Marino si riferisse a me. Ma anche ammesso che fossi io l’obiettivo delle sue accuse, non mi importa granché. Anzi, io sono pronto a sostenere eventualmente le sue denunce. Ma ammetto di essere molto preoccupato per la Sicilia. Credo che queste parole siano solo la prova di un problema tutto interno al governo”.
Che già di problemi ne ha parecchi. Bianchi è pronto ad andare via. Forse lo seguirà Bartolotta. Gli altri assessori attendono un chiarimento col Pd nazionale, che forse non arriverà mai.
“Sto assistendo con grande dolore alla deriva di una discussione nata con una richiesta precisa, quella di un rafforzamento politico della giunta, e degenerata persino in accuse e giudizi personali. Noi abbiamo posto un problema, e la risposta è stata quella di una campagna di aggressione al Pd. E in quelle stesse ore in cui si discuteva anche del rapporto tra il partito e il Movimento del governatore, lui organizzava feste dalle quali attaccava il Pd. Insomma, mancavano solo gli schiaffi. Ma io per indole non sono incline a porgere l’altra guancia”.
E adesso che succede? Cosa farà secondo lei Crocetta? Come si esce da questa fase di stallo?
“Questo dovrebbe chiederlo a lui. Il presidente dice di avere la base dalla sua parte. Non capisco a quale base si riferisca. Evidentemente io e lui abbiamo basi diverse. Ma credo che il problema non sia la base, bensì l’altezza. Già, il problema è se si è all’altezza della propria ‘base'”.