CATANIA – Crisi Pubbliservizi.“Bianco convochi subito l’Assemblea Metropolitana”, lo chiede a gran voce Giovanni Leonardi, sindaco di Mascalucia e presidente emerito del Consiglio provinciale, ente mandato in soffitta dalla riforma di Rosario Crocetta. Lo scontro aperto ieri con la mancata approvazione del bilancio 2015 della società partecipata della Città Metropolitana scatena quindi un vero e proprio caso politico sul territorio etneo. “Per quanto non esistano non ancora gli organi di governo di Palazzo Minoriti, l’assemblea dei sindaci è già una realtà istituzionale e – continua il primo cittadino mascalucese – su una questione così importante è necessario che Bianco si confronti con i suoi colleghi, è un fatto di democrazia”.
Questione di forma, ma anche di sostanza. Soprattutto se dall’insediamento di Enzo Bianco a Palazzo Minoriti l’Assemblea è statA convocata soltanto due volte. La pone così Giovanni Leonardi: “La Pubbliservizi è una risorsa per tutta la Città Metropolitana e davanti a un’emergenza tanto ampia Bianco non può decidere da solo”. Sul piatto della bilancia c’è da gestire il futuro occupazionale dei lavoratori della partecipata. “Sono preoccupato – insiste – perché dalle dichiarazioni del sindaco metropolitano è chiaro che lo scenario è quello di una sostanziale liquidazione della società”. Il riferimento va all’immediata convocazione delle forze sindacali fissata per il 13 dicembre. “Se c’è un piano per salvaguardare 400 lavoratori, è giusto che sia sottoposto ai rappresentanti dei lavoratori, ma lo devono conoscere preventivamente anche i rappresentati del territorio”.
E rilancia Giovanni Leonardi: “Insomma, non può rimanere un atto di ragioneria, anche perché non vorrei che l’affidabile burocrazia della Città Metropolitana non aiuti il sindaco verso un’attenta e opportuna valutazione della situazione in corso. Lo dico – aggiunge – perché memore di quanto accadde con il debito Ifi da 25 milioni di euro”. Intanto, sul presunto scontro tra Enzo Bianco e Adolfo Messina, presidente della Pubbliservizi, Leonardi sta a guardare: “Non entro nel merito, non conosco le carte, ma sulla vicenda si facciano sentire anche gli altri colleghi”.