CATANIA – “Il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore Mariella Lo Bello hanno promesso di fare il decreto di insediamento della Camera di Commercio del Sud Est entro questa settimana”. Pietro Agen e Riccardo Galimberti i due dirigenti, regionale e provinciale, di Confcommercio, usano praticamente le stesse parole nel commentare la telefonata ricevuta dal Governatore e quella della Lo Bello che ha persino trovato il tempo di farla durante il viaggio in Cina dal quale è tornata stanotte.
Questo, in soldoni, è stato detto stamattina durante la conferenza stampa indetta dalla cordata di Confcommercio, la vincente dell’accorpamento, della quale fanno parte Confesercenti Catania, Ragusa e Siracusa, Cidec Catania e Ragusa, Fiarcom, Fai Conftrasporto, Assotir, Silt, Ancotus, Casartigiani CT-SR-RG, Fedarcom, Fiarcom, CIA Catania, Coldiretti Catania, Confagricoltura Catania, UNSIC Catania.
Ma che la Super Camera si farà si dice da tempo e ogni volta qualcosa si blocca, qualcosa manca, qualcosa si sbaglia. Sono stati sbagliati nomi e cognomi di diversi designati, la loro data di nascita e persino l’accorpamento di riferimento confondendo, su lettere ufficiali, quello di Catania-Siracusa-Ragusa con quello di Palermo-Enna. Se questi potrebbero sembrare errori banali, di certo non sarebbe tale quello di far fare alla giunta regionale il decreto di insediamento che, per legge, spetta di pugno e di diritto al Presidente.
Eppure, a fronte di promesse spesso disattese, qualcosa di diverso questa volta pare che ci sia. “La Lo Bello si è anche scusata e non l’aveva mai fatto” precisa Agen che aggiunge “se entro sabato non si vedranno i frutti di queste promesse sarebbe manifesta la volontà di far saltare il bando prima dell’entrata in vigore della legge Madia e a questo punto noi seguiremo un percorso prettamente giudiziario. La legge Madia – prosegue Agen – determinerebbe un danno folle per la rappresentanza dei territori poiché diminuirebbe a 20 i 33 consiglieri e a 5 i membri della giunta. Perché – si chiede Agen – queste diminuzioni se la rappresentanza è a titolo gratuito? E perché non applicarla anche a livello nazionale? Non ha senso che il presidente di una CCIAA siciliana lo faccia gratis mentre uno nazionale guadagni 100/200mila euro l’anno”.
In qualche modo i termini della questione Super Camera non sono cambiati molto da giugno a ora e non a caso è giugno il mese di riferimento visto che il 16 giugno venne pubblicato il decreto di accorpamento della Camera di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa e il giorno dopo, il 17, la CCIAA di Siracusa convocò un consiglio straordinario per votare – passò a stra-maggioranza con soli due no – la volontà di staccarsi dalla triade già composta. In questi mesi la questione è stata più volta riportata in auge con votazioni ripetute più volte anche a Ragusa – sempre con esito negativo – e avanzata persino al ministero. Se la volontà di Siracusa fosse legittima o meno se lo chiese anche la Regione fino a quando una lettera del ministero mise fine ai dubbi. Siracusa aveva firmato. L’accorpamento era già iniziato e ciò che era stato iniziato non si poteva sciogliere. Eppure “la senatrice Paola Pelino (Forza Italia) di Sulmona – ci spiega Sandro Romano, presidente Confcommercio Siracusa – ha, da poco, sollevato nuovi dubbi e problemi legati persino al futuro del personale camerale siciliano. Dubbi inesistenti e fuori luogo. Sembra quasi – continua Romano – che non vogliano farci entrare nella Camera di Commercio di Siracusa per non far vedere quello che c’è dentro. Ma una cosa la sappiamo, da febbraio 2017 Siracusa non sarà più in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti camerali”.
Questa settimana potrebbe, quindi, essere quella decisiva, ma non mancano altre voci e altre “idee”. L’ultima riguarderebbe la possibilità di azzerare tutto e creare un’unica Camera di Commercio siciliana. “È una fantasia che ho sentito – commenta Agen – nell’ultimo nostro consiglio regionale. Sarebbe un caso unico in Italia e anche penalizzante proprio per le Camere del Sud Est che hanno un patrimonio fortissimo che si chiama Aeroporto di Catania e che dovrebbero addossarsi il peso di chi invece non ha nulla”.