Csm, verso il voto: dai Tribunali della Sicilia quattro candidature - Live Sicilia

Csm, verso il voto: dai Tribunali della Sicilia quattro candidature

Si tratta di Veronica Vaccaro, Monica Marchionni, Marco Bisogni e Dario Scaletta. Ecco chi sono.

C’è una campagna elettorale, parallela a quella politica, che è agli sgoccioli. È quella che riguarda le toghe per il rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura. Elezioni che si terranno con le nuove regole dettate dalla riforma Cartabia il 18 e il 19 settembre. Dai tribunali siciliani sono arrivate quattro candidature, due magistrate e due pm. Quello che sta per arrivare è un voto molto atteso perché vuole un po’ avere il potere di fare da spartiacque verso un nuovo capitolo della storia giudiziaria italiana colpita negli ultimi anni da due violenti tsnunami: lo scandalo legato a Luca Palamara e quello del “sistema Siracusa” con regista occulto l’avvocato (pentito) Piero Amara. Vicende che per alcuni protagonisti e storie si sono anche incrociate.

Ma torniamo ai nomi che provengono dagli uffici giudiziari siciliani. Le due donne in campo concorrono per il collegio giudicanti numero 4 (Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia). La prima è Veronica Vaccaro, giudice civile in servizio da 20 anni al Tribunale di Gela. Ma ha anche esperienze nel campo penale. La magistrata originaria di Piacenza, vive con marito e figli a Vittoria, in provincia di Ragusa. La sua candidatura è arrivata dopo un sorteggio sorteggio su circa 9000 nominativi, organizzato dal Comitato Altra Proposta nel febbraio 2022. “Sono stata sorteggiata e ho accettato la sfida, dichiarandomi disponibile ad affrontare questa candidatura estranea a logiche di “appartenenza correntizia – ha dichiarato – perché questa particolare modalità di accesso alla candidatura garantisce la mia libertà”.

L’altra donna è Monica Marchionni in servizio all’ufficio del Tribunale di Sorveglianza di Siracusa. Originaria di Bologna, la magistrata lavora nella provincia aretusea dal 1995. Il nome è frutto del sorteggio di alcuni candidati stabilito dalla riforma per riequilibrare la rappresentanza di genere. “Sono stata sorteggiata – ha detto Marchionni – e sento, per la mia storia e per quella della maggior parte dei miei colleghi, che svolgono il loro lavoro con coscienza, indipendenza e soggetti solo alla legge, l’impegno di contribuire a restituire alla Magistratura l’immagine che merita e la fiducia degli italiani”. 

Ha lavorato per molti anni a Siracusa anche Marco Bisogni, sostituto procuratore in servizio alla Direzione Distrettuale della Procura di Catania, candidato al Csm per Unicost nel collegio 2 pm Campania, Sardegna, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. La storia di Marco Bisogni si incrocia con le vicende siracusane. È uno dei magistrati che ha portato a scoperchiare il sistema di corruzione e collusione costruito dentro e attorno il palazzo di Giustizia di Siracusa.

Intervistato da LiveSicilia Bisogni ha cercato di spiegare come immagina il futuro della magistratura italiana. “A me piacerebbe che si smettesse di scegliere secondo appartenenza e si valutassero cose e persone secondo merito. Mi piacerebbe che si ragionasse con più democrazia e partecipazione nel governo degli uffici specie quelli requirenti. Mi piacerebbe che cominciassimo a valutare la qualità del lavoro che svolgiamo e non tanto la quantità, che in questo momento invece sembra essere l’unico parametro che interessa”. 

È siciliano doc – e non solo d’adozione lavorativa – Dario Scaletta, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo. Il magistrato originario di Trabia è candidato al Csm per Magistratura Indipendente. Lavora da 18 anni negli uffici giudiziari di Palermo: ha seguito inchieste di criminalità economica, misure di prevenzione antimafia e criminalità organizzata. “Ritengo che occorra riscoprire soprattutto all’interno della magistratura quell’umanità – dichiara Scaletta – che ci consente di vivere la nostra professione con maggiore serenità e attenzione alle condizioni di lavoro, presupposti questi indispensabili per assicurare un servizio quantitativamente e anche qualitativamente adeguato a soddisfare la domanda di giustizia. Ritengo che al magistrato – si legge nella sua presentazione ufficiale – debba essere estranea ogni cultura del sospetto sul presupposto che ogni collega si deve presumere essere una persona perbene, corretta, competente e diligente fino a prova contraria”.

Il 21 settembre si conosceranno i nomi dei nuovi membri togati, ma prima che possa insediarsi il nuovo Csm dovranno essere nominati i laici. Compito che spetterà al Parlamento che si comporrà dopo il voto del 25 settembre.


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