Cuffaro, La Russa e Cesa guastano la festa a Cascio - Live Sicilia

Cuffaro, La Russa e Cesa guastano la festa a Cascio

Gli esclusi del centrodestra cannoneggiano sulla convention del medico azzurro

PALERMO – Uniti ma divisi. Tra tanti vorrei e inevitabili non posso. Ecco l’immagine di un centrodestra siciliano prossimo allo psicodramma. La convention che ha ufficializzato la discesa in campo di Francesco Cascio per Palazzo delle Aquile, sostenuto da Forza Italia, i Leghisti di Prima L’Italia e i popolari di Saverio Romano, lascia i convitati con l’amaro in bocca.  

Il film della giornata

La giornata di oggi sembra, infatti, la trama di un film made in Usa. Ci ha pensato Ignazio La Russa (FdI) a parlare prima del fatidico sì. L’uscita in extremis di stamani, con la quale ha chiesto a Micciché e soci di fermare la convention di Mondello e riaprire il tavolo del centrodestra non soltanto palermitano, aveva in nuce qualcosa di drammatico. Tant’è che lo stesso Cascio, con gli occhi languidi, si è sentito in dovere di smentire l’ipotesi dell’ultimatum di FdI e tendere una mano affinché sia ancora possibile ricucire lo strappo (senza però concedere passi indietro). 

Cuffaro: “Non vengo”

Le parole del candidato sindaco fanno il paio con il campo di un centrodestra dentro il quale si sta giocando fortissimo e rischiando altrettanto. La prospettiva della doppia sconfitta a Palermo e alla Regione farebbe saltare ogni prospettiva di andare compatti alle Politiche, indipendentemente dalla legge elettorale. Lo sa perfettamente anche Totò Cuffaro che, nelle vesti di commissario della Nuova Dc, ha cannoneggiato sin dalle prime ore della mattinata annunciando che non avrebbe partecipato alla cerimonia d’investitura del medico azzurro.  

“Pronti e convinti di festeggiare il giorno della Liberazione – ha dichiarato l’ex governatore siciliano – speriamo che dentro la coalizione ci si liberi da pregiudizi e rancori e si faccia prevalere le ragioni dello stare insieme. In politica è già difficile avere sentimenti, figuriamoci risentimenti”. Insomma, anche Cuffaro invoca la mozione degli affetti. 

La questione è però più complicata. Gianfranco Micciché lo ha ribadito anche oggi che non intende unificare il tavolo delle Regionali con quello delle amministrative palermitane. Una presa di posizione che marca ancor di più la distanza da Giorgia Meloni, che vorrebbe chiudere il dossier sulla ricandidatura di Nello Musumeci già in questa fase. FdI, intanto, può ragionare su tre scenari: insistere sul nome di Carolina Varchi e tentare l’apparentamento all’eventuale ballottaggio; rimuovere gli ostacoli e convergere su Cascio; oppure puntare tutto sul centrista ed ex rettore Roberto Lagalla (che però è già sostenuto dal renziano Davide Faraone).

Il cantiere di Lagalla

Da Roma, intanto, arriva il pressing di Lorenzo Cesa. Il leader dell’Udc blinda la candidatura di Lagalla e tiene acceso il forno con FdI. “Pur condividendo le preoccupazioni di quanti temono possibili divisioni – ha fatto sapere –  è tuttavia necessario ribadire che l’unità può essere conseguita solo agendo con umiltà e nel rispetto di tutti”. 

Cesa tira per le orecchie gli alleati e rilancia sulla necessità di affrontare contestualmente il nodo Musumeci, assecondando le richieste di FdI. “La posizione di questa fondamentale componente del centro-destra è condivisibile, anche in relazione al lavoro ben svolto, nel corso della legislatura, dal governo regionale”. Il leader dell’Udc, insomma, non dimentica che Roberta Lagalla è stato, fino a non poco tempo fa, uno dei maggiorenti di Palazzo d’Orléans. 

Segnali romani

L’uscita di Cesa potrebbe aprire un nuovo tempo della partita tutta interna al centrodestra isolano: la discesa in campo di tutti i leader nazionali, Silvio Berlusconi in testa, in qualità di vecchio e nuovo federatore. Un’investitura, del resto, che è lo stesso leader Udc a proporre: “Auspichiamo – ha detto – che, sulla base di più adeguati momenti di confronto, possa ricostituirsi l’unità della coalizione preservando quanto, negli anni, ha saputo costruire il presidente Silvio Berlusconi”. Non sempre però Arcore è riuscita a imporre la linea ai siciliani. La divisione del 2012 resta infatti una ferita ancora aperta. 

Per la cronaca, ad oggi restano ancora quattro i candidati del centrodestra. Fino a ieri, Totò Lentini ha ribadito la volontà di concorrere per Palermo.  


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