Cuffaro: "Quanto accaduto ieri all'Ars lascia attoniti"

Cuffaro: “Quanto accaduto ieri all’Ars lascia attoniti”

Il segretario della Dc commenta il voto sulla Manovra

PALERMO – “Machiavelli professava che il fine giustifica i mezzi. Ma di fronte allo spettacolo offerto ieri dall’Assemblea regionale c’è da riflettere non solo sugli assai discutibili mezzi messi in opera, ma ancora più sul loro reale fine”. Lo dice Totò Cuffaro, segretario nazionale della Dc, sul voto all’Ars sulla Manovra.

“Ciò che sembra apparire con sufficiente chiarezza, al riguardo, è – continua Cuffaro – la volontà di anteporre ad ogni altra valutazione sulle urgenze, che in questo momento segnano le attese del tessuto sociale ed economico siciliano, logiche parziali e dal fiato corto, che alimentano il discredito sul Parlamento regionale e sulla politica che in esso si pratica, insieme alla conseguente sfiducia dei cittadini verso la rappresentanza elettorale e degli stessi partiti”.

“Quanto accaduto in Aula – aggiunge Cuffaro – lascia attoniti. Gli interventi di ieri e le interviste apparse oggi sulla stampa, manifestano una totale grettezza sociale prima che politica, della quale assume valore simbolico la bocciatura di norme come quella sulla fiction dedicata a Biagio Conte, quella relativa al South working, i laghetti collinari, la legge sull’editoria, e altre. I falsi amici sono come quei commensali che si sfilano opportunisticamente da un consesso, idealmente condiviso, per aggregarsi ad altro, reputato temporaneamente più vantaggioso. A loro – afferma Cuffaro – vorrei dire che siamo tutti partecipi del deserto di umanità di questo mondo politico e il meglio che possiamo augurarci è recuperare un rapporto leale”.

“Bene ha fatto – sottolinea Cuffaro – il presidente Schifani dopo il non proficuo tentativo di far sì che in Aula non ci fosse più il numero legale che avrebbe avuto il merito di fermarsi per riflettere, a far rientrate FI, Dc e Lega. Altrimenti, vista l’astensione delle opposizioni sul voto finale della manovra, saremmo arrivati al paradosso che, dopo aver approvato a colpi di voto segreto alcune cose poco edificanti e bocciate cose importanti, la Finanziaria non sarebbe stata approvata. Danno al danno per le cose buone che erano state approvate”. 


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