"Da Musumeci toni inaccettabili Superato ogni limite"

“Da Musumeci toni inaccettabili|Superato ogni limite”

L'Associazione nazionale dei magistrati amministrativi difende l'operato della giudice Quiligotti
MIGRANTI
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ROMA – Hanno “già superato il limite di una critica tecnica nel merito, giuridica, e assunto toni inaccettabili e da rispedire al mittente” le dichiarazioni del presidente della Sicilia, Nello Musumeci, contro il decreto del Tar di Palermo che ha sospeso l’ordinanza sui centri per i migranti. Lo afferma in una nota l’Associazione nazionale dei magistrati amministrativi che difende l’operato della giudice Maria Cristina Quiligotti.

Per Fabio Mattei, presidente Anma, “attaccare personalmente un giudice per una decisione non condivisa, mettere in discussione la sua autonomia è grave, perché così si contesta alla base l’indipendenza stessa della giustizia”. Musumeci ha oggi dichiarato che “il governo ha impugnato la nostra ordinanza, lo ha fatto al Tar con un magistrato” che “qualcuno dice, ma è una ‘malalingua’, è stato consulente del presidente Zingaretti che è il capo del partito più importante al Governo”. “La dottoressa Quiligotti – continua il presidente Anma – è una servitrice dello Stato, ed è stata in passato consulente giuridica e tecnica in modo trasversale, anche del ministro della Lega Calderoli, per fare un solo esempio, come spesso succede ai magistrati che offrono la loro ‘scienza e conoscenza’ per il buon funzionamento della pubblica amministrazione”.

“Quella del Governatore Musumeci, – conclude Mattei, è quindi una polemica sbagliata, inaccettabile, pretestuosa: da rispedire al mittente. Per difendere l’Italia, come si proclama spesso, si devono innanzitutto rispettare le sue istituzioni, a partire dalla giustizia amministrativa chiamata a dirimere controversie delicatissime e di rilevante impatto sulla società tutta. Purtroppo, in questi anni, abbiamo assistito a questa cattiva prassi, trasversale agli schieramenti politici, di attaccare alternativamente i Tar per decisioni non gradite, che non piacciono ai ‘potenti di turno’, a dimostrazione che i magistrati italiani non guardano in faccia nessuno, solo applicano la legge”. (ANSA).

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