Da pasticciere a ras della droga| Caccia ai soldi dei trafficanti - Live Sicilia

Da pasticciere a ras della droga| Caccia ai soldi dei trafficanti

Le indagini del Nucleo di polizia tributaria di Palermo ridisegnano le rotte di hashish e cocaina.

PALERMO – Il punto di svolta è il 2011. Con la crisi politica in Egitto e Libia i canali commerciali dell’hashish sono cambiati. Facoltosi mercanti dei due paesi africani hanno iniziato ad acquistare consistenti partite di hashish. Più grossi sono i quantitativi e più il prezzo si abbassa. Per ultimo è stato arrestato in Marocco Ben Zian Berhili, facoltoso pasticciere e ras del narcotraffico. Narcotraffico che, come emerge dalle indagini del Nucleo di Polizia tributaria di Palermo, vale un giro d’affari di 4 miliardi di euro.

I produttori algerini, che dispongono di droga di bassa qualità, preferiscono trasportare i carichi via terra, lungo un percorso che attraversa il Sahara per raggiungere i confini con la Libia. I marocchini, che dalla loro hanno la qualità del prodotto riconosciuta a livello mondiale, prediligono il trasporto via mare. Risparmiano tempo ed evitano di pagare il “dazio” imposto dai predoni e dalle tribù desertiche. Lo stupefacente viene caricato al largo di Casablanca, nell’Atlantico, o tra Nador (Marocco) e Oran (Algeria) nel Mediterraneo e trasportato da siriani, egiziani o libanesi con pescherecci o navi commerciali. I carichi giungono così a largo delle coste libiche della Cirenaica orientale (Marmarica) dove viene trasbordata dalle navi madri. Il nuovo canale commerciale sarebbe utilizzato in parte anche per la cocaina proveniente dalla Mauritania o dal Sud America, come dimostrano i sequestri eseguiti in Spagna e in Marocco nel corso del 2014.

Dalla Libia e dall’Egitto una buona parte delle partite di droga viene poi introdotte in Europa, lungo la cosiddetta rotta balcanica, già comunemente utilizzata per marijuana e eroina. Le imbarcazioni che trasportano lo stupefacente dal Marocco verso la Libia, lungo la costa del Maghreb verso oriente, superata l’Algeria si infilano nelle acque del Canale di Sardegna e, doppiato Capo Bon, si trovano a navigare nel Canale di Sicilia.

È la zona dove si è registrato il maggior numero di sequestri da parte degli uomini del Nucleo di polizia tributaria di Palermo: sette per la precisione, con 3 persone arrestate. A quel punto i finanzieri e la Procura distrettuale hanno intuito la necessità di ci coinvolgere le polizie del Paesi interessati. Tramite la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno e il Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, con il patrocinio del Focal Point Cannabis dell’Europol è nata la collaborazione Francia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna, Portogallo, Albania, Marocco, Egitto, Turchia, Olanda e Germania.

Tutti i rappresentanti si sono dati appuntamento ieri per una riunione operativa alla caserma Cangelosi di Palermo. L’obiettivo è quello di trovare, oltre alla droga, i soldi che finanziano i traffici.

 


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