PALERMO – Dai Trinacria bond alle Province, passando per l’Ast volante e i continui rimpasti. Nella mozione di sfiducia che il centrodestra sta mettendo a punto, sono raccolti due anni di fallimenti, spot, bluff e imbarazzanti marce indietro. E la mozione non è ancora del tutto definita. Nei prossimi giorni i deputati potrebbero limare e aggiungere nuovi elementi. Il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone in particolare si sta occupando della stesura. Poi si prevede anche un confronto col Movimento cinque stelle, per decidere se presentare differenti mozioni o prevederne una unitaria.
Siamo entrati, ufficialmente, nel “mese della sfiducia”, insomma. Sabato prossimo, a Enna, il segretario regionale di Forza Italia Gibiino incontrerà gli altri leader del centrodestra che hanno deciso di transitare in Forza Italia: da Toto Cordaro a Roberto Clemente da Santi Formica ai parlamentari ex Grande Sud, per mettere a punto le strategie che porteranno al voto di questo atto d’accusa contro il governo e il governatore. Mentre i deputati del Movimento cinque stelle hanno già indicato il 26 ottobre prossimo come data buona per lo “sfiducia day”. La mozione insomma è quasi pronta. Ed è una carrellata di fatti, strafalcioni, promesse non mantenute, piccoli e grandi disastri.
Al governo, tanto per cominciare, il centrodestra rimprovera chiari “segni di inadeguatezza e approssimazione”, oltre alla “contiguità poitico-amministrativa con le esperienze dei precedenti governi”. Ma si fa riferimento anche agli “annunci roboanti, eclatanti. Spesso dettati da manie di sterile grandezza”. Tra questi, tre su tutti “che potrebbero essere ricordati – fa cenno la mozione – anche con ilarità”: l’annuncio della trasformazione dell’Ast in una compagnia aerea, l’emissione dei Trinacria Bond e la questione “teatrale” del Muos di Niscemi.
Insomma, secondo il centrodestra “l’azione del governo è stata sempre claudicante, incerta e ondivaga”. E ha immediatamente dato il via, con le dimissioni di Zichichi e Battiato “ad una stagione mai chiusa, quella del rimpasto, che ancora oggi tiene sulle corde l’attuale maggioranza in perpetuo braccio di ferro col governo”. Ma non solo. L’opposizione contesta a Crocetta – qui il passaggio è anche un po’ surreale – di aver mantenuto, al contrario di quanto dichiarato, stretti legami con le passate gestioni di governo. Il riferimento, probabilmente, va alla seconda parte dell’esperienza Lombardo, quando i partiti del centrodestra erano già stati estromessi dalla maggioranza in seguito al ribaltone del Pd. “La tanto decantata rottura con le esperienze delle passate gestioni – si legge – è stata anch’essa disattesa, non a caso i due terzi dell’architrave della struttura crocettiana è stata mutuata, pedissequamente, dalle precedenti esperienze governative”.
E i fallimenti del governo sarebbero disseminati un po’ ovunque, dal settore del sistema dei rifiuti, “costringendo a un pernicioso e costante tatticismo del rinvio”, a quello idrico. Ma un capitolo a parte, nella mozione, riguarda ovviamente il tema della Formazione professionale. Altro che rivoluzione, secondo il centrodestra. Gli interventi nel settore avrebbero provocato solo disastri, riassumibili nei numeri: “Ad iniziare dagli 8 mila operatori del settore, di cui, da oltre un anno, circa 2.500 sono licenziati, sospesi o in cassa integrazione. Altri 1750, da 5 mesi, sono in attesa di una, ancorché aleatoria, occupazione presso il Ciapi di Priolo, mentre quei pochi che oggi lavorano registrano ritardi sull’erogazione dei propri stipendi sino a 24 mesi. La cosa, però, che va evidenziata e censurata – si legge sempre in una bozza della mozione – è la caduta della qualità del servizio offerto, soprattutto riguardo al mondo dei ragazzi in obbligo scolastico che sono, ancora, costretti ad attendere dal settembre 2013 l’inizio, ad esempio, del terzo anno, quando nel resto d’Italia la stessa attività corsuale si è già conclusa”.
E ovviamente, in questo ambito, non può mancare il riferimento al Piano giovani. Giovani che, per il centrodestra, sono “stati vittime di un sistema di accreditamento che ha negato la meritocrazia, privilegiando, invece, la velocità di inserirsi nel sistema di selezione, tramite un click”. Ma non solo. I deputati attaccano anche sul tema degli affidamenti diretti agli esterni per la cosiddetta “assistenza tecnica”. “Oltre 11 milioni, in dispregio ai proclami dello stesso Governatore che aveva, in più occasioni, escluso da parte della sua Amministrazione affidamenti di servizi o forniture in assenza di una pubblica evidenza”.
Altra nota dolente, la Sanità. I parlamentari attaccano sulla gestione delle nomine dei direttori generali. Su due di queste, ricorda il centrodestra, “la Procura di Catania ha persino aperto un fascicolo”. Poi ecco spuntare il “caso Humanitas: clamoroso esempio – si legge – di come potessero essere aumentati i posti letto di una struttura privata all’insaputa dell’Assessore alla Salute Lucia Borsellino”.
Ma la mozione tocca davvero un’infinità di argomenti, dalla crisi degli Enti locali, 15 dei quali, a causa delle responsabilità del governo, sono già in uno stato di dissesto, alla vicenda Partecipate. Riguardo a questa faccenda, i deputati ricordano che “nessuna società è stata soppressa o messa in liquidazione, anzi qualcuna è stata, persino, riportata in bonis e, cosa ancora più scandalosa, che nell’ultima legge finanziaria, solo grazie all’impegno dell’opposizione è stato sventato il tentativo di eliminare il tetto degli stipendi per i presidenti di alcune di esse”.
Infine, solo in ordine di tempo, il “caos Province”. Prima, ricordano i parlamentari, “la trasmissione di Giletti e l’annuncio della soppressione. Quindi una legge per abrogarle, poi la seconda. Oggi siamo ancora al palo”. E ancora, ecco le critiche sul versante finanziario dove il governo, che più volte ha subito le impugnative del Commissario dello Stato, avrebbe dimostrato una “inadeguatezza imbarazzante”, e sul versante politico dove “i rapporti all’interno della pseudo-maggioranza sembrano del tutto deteriorati, una frattura insanabile che sta arrecando ulteriori danni alla Sicilia, rendendola del tutto ingovernabile”.
Da qui, insomma, parte la richiesta di sfiduciare il presidente Crocetta, “constatato che il Presidente non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni, anzi si fregia, pavoneggiandosi pubblicamente, – si legge nella bozza di mozione – della sua elezione a suffragio diretto, sostenendo di riscuotere l’apprezzamento popolare e verificato il dissenso sempre crescente nei confronti del Presidente della Regione, non ultimo l’indagine che lo colloca al penultimo posto nella classifica dei presidenti di regione, vista anche la disapprovazione unanime del mondo sindacale, ma persino di Confindustria, da sempre tra gli sponsors ufficiali del Governatore”. Una mozione che vorrebbe interpretare le “grida di disperazione, ma anche di speranza della maggioranza dei siciliani che ci chiedono di porre fine, quanto prima, a questa nefanda esperienza di governo”. La mozione è quasi pronta. In tanti sono pronti a votarla, anche tra gli esponenti della maggioranza. È appena iniziato il “mese della sfiducia”.