TRAPANI – Se non è una fronda nel Pd trapanese poco ci manca. Il capogruppo al consiglio provinciale Salvatore Daidone si è presentato, questa sera, in aula, con un documento politico contro l’abolizione delle Province. E subito andato dritto verso il suo partito: “Non nego che la scelta del Pd mi ha spiazzato, in quanto credo sia un errore politico, ma lo rispetto”. Ha poi aggiunto di parlare a titolo personale, in una seduta che ha avuto il disegno di legge in discussione all’Ars, uno dei suoi punti più discussi. Daidone ha contestato la soluzione dei liberi consorzi di Comuni anticipando di avere fatto “una ricerca su internet” e di avere “preso i dati Istat sulla popolazione residente per ogni Comune del territorio trapanese”. Ed è leggendo questi dati che ha potuto appurare che nessun grande centro della provincia sarebbe nelle condizioni di superare la soglia dei 150 mila abitanti – così come prevede il disegno di legge – per definire un libero consorzio di Comuni: “Per farlo sarebbero necessarie delle forzature territoriali. Trapani dovrebbe arrivare fino a Castellammare del Golfo”.
Ma l’esponente del Pd è soprattutto preoccupato per questioni che ritiene essenziali: “Che fine faranno lo Stadio, l’Università e la società di gestione dell’aeroporto di Birgi. Sullo scalo sono stati investiti milioni e milioni di euro”. Daidone chiama in causa il suo partito: “Chiederò alla direzione regionale di convocare un’assemblea con tutti gli amministratori ed i consiglieri per affrontare il problema dei costi della politica e delle funzioni degli enti locali senza demagogia e colpi a sorpresa soltanto per andare sulle pagine dei giornali. Se la politica pensa di uscire dalla crisi con questi colpi di teatro si sbaglia”. Eppure il suo capogruppo all’Ars, Baldo Gucciardi, non ha avuto remore a dire che “la proposta del Pd è chiara. O si sta dalla parte di chi vuole superare le Province ed il presidente Crocetta, o si sta dalla parte di chi vuol mantenere in piedi un sistema che moltiplica sprechi e poltrone”.
Soluzione drastica quella prospettata da Gucciardi che taglia corto: “Sopprimere immediatamente le Province, commissariare gli organi elettivi, annullare le elezioni e, entro 6 mesi, varare una riforma organica sulla base dei consorzi dei Comuni e delle città metropolitane”. Daidone sembra rivolgersi a lui, anche a lui, quando dichiara: “Non nego che certi proclami a mezzo stampa, senza un ragionamento logico, mi lasciano non poche perplessità, avvertendo una mortificazione, pur avendo cercato di fare il meglio, rappresentando i postulati politici del partito cui appartengo”. Il chiarimento nel Pd è ormai d’obbligo. Daidone lo ritiene “indispensabile per fare chiarezza fino in fondo”.