"Dal governo leggi scandalose | Col M5s il dialogo è possibile" - Live Sicilia

“Dal governo leggi scandalose | Col M5s il dialogo è possibile”

Il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo: “L'esecutivo regionale non ha un progetto comune. Faraone? Il mio partito riparta dalla gente”

“Il governo Musumeci ha portato in Aula norme scandalose. E non ha un progetto politico. Faraone commissariato? Adesso il Pd riparta dai tesseramenti e dai congressi”. Il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo punta il dito contro l’esecutivo regionale e indica il futuro del suo partito. Intanto è ancora viva l’eco dell’ultima seduta d’Aula di giovedì, quando sono piovute norme su assunzioni di esterni e promozioni di dirigenti.

… e voi avete protestato con forza.

“Certamente. La norma sulla nomina degli esterni è scandalosa. La Regione ha bisogno di una riclassificazione complessiva di tutto il personale, non solo dei dirigenti, prevista del resto dal contratto collettivo di lavoro, non certo di nuovi assunti esterni, di cui a mio avviso non c’è bisogno”.

Questa norma si ridiscuterà martedì. Intanto, è stata stralciata quella sulle promozioni in seconda fascia dei dirigenti di terza.

“Credo che bisogni superare l’anomalia siciliana della terza fascia di dirigenti che nel resto d’Italia sono in seconda fascia. Ma bisogna farlo in modo coerente alle reali esigenze organizzative degli uffici regionali, riconoscendo i diritti dei lavoratori, senza intromissioni della politica”.

Senza un concorso, come prevedeva la norma del governo Musumeci?

“La norma nazionale, il decreto legislativo 165 del 2001, prevede i concorsi. Il governo dinanzi al richiamo fatto in tal senso dal presidente dell’Assemblea regionale, ha deciso lo stralcio della norma, senza replicare sul punto”.

Secondo lei verrà riproposto?

“Credo sia necessario un approfondimento: non si può rischiare ancora una volta che norme così delicate vengano impugnate di fronte alla Corte costituzionale, creando solo un inutile effetto annuncio. È chiaro che se il governo deve scegliere circa 600 dirigenti sui 1200 attualmente in organico, c’è un problema di criteri. Il curriculum dei dirigenti è costruito negli anni anche grazie agli incarichi fiduciari della politica. Ci sono dirigenti che non hanno mai avuto incarichi di questo tipo perché non sono stati amici del politico di turno. Il concorso può servire a riconoscere il merito di chi non ha avuto questa possibilità. Bisogna garantire che la scelta premi il merito, le competenze e la professionalità, e non le appartenenze politiche. Ma il vero scandalo è un altro”.

Quale?

“La cosa scandalosa è che hanno stralciato il comma sulle promozioni, ma non hanno stralciato quello che riguarda i circa cento dirigenti esterni. Cosa succederebbe così? I dirigenti esterni sarebbero assunti in seconda fascia, essendo la terza fascia ad esaurimento. Così, dirigenti che per una vita hanno tenuto in piedi per una vita la macchina burocratica saranno di fatto scavalcati dai nuovi arrivati. Un fatto che produrrà una duplice mortificazione: quella dei dirigenti di terza fascia e quella dei funzionari direttivi di categoria D che sono idonei per fare i dirigenti.

Al di là delle norme e dei dettagli, giovedì avete contestato anche l’andazzo generale. A cominciare dai tanti rinvii e dai ritmi lenti dei lavori.

“Non ho mai visto prima una sessione di bilancio così lunga. Questo governo non voleva fare la proroga di esercizio provvisorio per fregiarsi di essere il primo governo che dopo tanti anni approvava il bilancio a inizio anno. Invece siamo all’assurdo di ritrovarci al 22 di luglio, a discutere ancora di collegati alla legge di stabilità con una prosecuzione di fatto della sessione di bilancio. Tutto questo per esaminare disegni di legge nati da una pioggia di emendamenti che stanno ingolfando i lavori parlamentari ritardando l’esame dei ddl di riforma di cui la Sicilia ha bisogno. Altro che governo efficiente che approva subito il bilancio: è il contrario. Per la prima volta in gennaio la Sicilia si è trovata in gestione provvisoria e a luglio siamo ancora sui collegati..”.

Lei ha chiesto provocatoriamente al governo di presentare un “certificato di esistenza in vita”…

“Giovedì il presidente della Regione si è accorto che i suoi deputati non erano in Aula. E la seduta è stata rinviata. Ma non si possono condizionare così i lavori d’aula. La seduta si deve tenere anche se la maggioranza non c’è. In quel caso voteranno i deputati presenti. La debolezza del governo Musumeci e della sua coalizione, però, ancor prima che numerica è politica. È un governo senza idee e senza un progetto. Con una coalizione che non è più tale: non ha un progetto condiviso, ma è una sommatoria numerica di deputati che appartengono a gruppi parlamentari, che sostengono il governo a intermittenza, senza avere un progetto comune”.

Come si esce da questo stallo secondo lei?

“Trovare una soluzione è compito di Musumeci. Noi lo abbiamo invitato più volte a riferire in parlamento su come intenda uscire dalla crisi politica che paralizza non solo l’azione della giunta, ma anche i lavori parlamentari. Ma il presidente della Regione fa finta di non vedere. Un po’ come Salvini che fa finta di non vedere i migranti che arrivano su tante piccole imbarcazioni fantasma, mentre prosegue la sua battaglia contro le navi delle Ong”.

Il Pd invece è apparso in piena sintonia col Movimento cinque stelle nell’opposizione al governo. È un caso? È possibile riaprire un dialogo tra Dem e grillini?

“Il dialogo è difficile, spesso possibile e ritengo anche che sia necessario. Quando riusciamo a dialogare, come è avvenuto giovedì, a beneficiarne è la qualità delle leggi approvate e anche i lavori parlamentari”.

Cosa rimprovera maggiormente al governo Musumeci?

“Direi il fatto di non coinvolgere il parlamento su tanti temi. Penso alla programmazione dei Fondi comunitari, agli obiettivi di spesa raggiunti, allo sviluppo produttivo e al tema del lavoro che nasce dagli investimenti dei Fondi europei. Un esempio su tutti: le Zes (zone economiche speciali, ndr): dopo un anno e mezzo le Zes sono ferme al palo: in altre regioni invece creano attrazione e investimenti esterni che generano migliaia di posti di lavoro”.

Un’ultima domanda sul suo Pd. È arrivato di fatto il commissariamento del segretario Faraone, dopo i ricorsi presentati dalla sua area politica che sosteneva alle primarie Teresa Piccione. Che succede adesso?

“Il Pd in Sicilia ha bisogno di una nuova fase costituente e di rigenerazione democratica, che deve partire dai territori, con la riapertura del tesseramento e la celebrazione dei congressi per ridare la parola agli iscritti e agli elettori del Pd. Rafforzando così l’unità che non può essere di facciata, ma che deve fondarsi su idee e progetti per la Sicilia”.


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