Dal latitante al killer dello Zen| Droga dalla Colombia: 16 condanne - Live Sicilia

Dal latitante al killer dello Zen| Droga dalla Colombia: 16 condanne

I frame dei pedinamenti

Le pene sono pesantissime. C'è un latitante.

PALERMO – Giugno 2016, poco dopo le 20:30 un colombiano entrava al Mc Donald’s di piazza Sturzo, a Carini. Sembrava un turista come tanti. Ed invece era un trafficante di droga. Si chiama Davide Guilermo Naranjo Vasquez.

Il processo si conclude davanti al giudice per l’udienza preliminare Marcella Ferrara con la condanna di diciassette imputati. L’emissario in Sicilia dei narcos colombiani, giudicato a parte, è latitante. I palermitani, attraverso Alessandro Bono, personaggio chiave dell’inchiesta, avevano attivato canali diretti di approvvigionamento della cocaina, affrancandosi dalla ‘ndrangheta che in questi anni ha fatto la voce grossa.

Ecco l’elenco degli imputati e le rispettive condanne già scontate di un terzo come prevede il rito abbreviato: Ernesto Anastasio (Torre Annunziata, 6 anni), Pietro Balsamo (Carini, 18 anni in continuazione), Alessandro Bono (Carini, 20 anni), Salvatore Calderone (Palermo, un anno e 4 mesi), Fabio Chianchiano (Palermo, 12 anni), Carmelo Cutrì (Reggio Calabria, 6 anni), Davide Di Stefano (Palermo, un anno e quattro mesi), Salvatore Faraci (Mazara del Vallo, 16 anni), Susanna Godino (Mazara del Vallo, 4 anni), Giuseppe Mannino (Carini, 21 anni in continuazione con una precedente condanna), Rocco Morabito (Reggio Calabria, 18 anni in continuazione), Bennj Purpura (Carini, 6 anni e 8 mesi), John Jarlin Rosero Murillo (Colombia, 6 anni), Sergio Giovanni (Reggio Calabria, 8 anni), Francesco Tarantino (Palermo, 21 anni), Antonino Vaccarello (Palermo, 8 anni).

GLI SCATTI SEGRETI DEI TRAFFICI DI DROGA 

A gestire i traffici sulla sponda palermitana sarebbe stato Bono. Dall’ecstasy comprata in Germania e venduta nei locali notturni alla cocaina importata dal Sud America. Bono, quasi quarantenne, di strada ne avrebbe percorso parecchia. Sette anni anni dopo il suo arresto per il giro di “pasticche”, i finanzieri del Goa e i poliziotti della Squadra mobile lo inquadrano alla guida di un’associazione che riempiva di polvere bianca le piazze di Palermo, Carini, Capaci, Partinico, Trapani, Salemi, Mazara del Vallo e Marsala. Il suo cognome aveva già fatto capolino nelle indagini delle procure di mezza Italia.

L’uomo di fiducia di Bono, colui che avrebbe condotto anche alcune trattative per l’acquisto di droga, sarebbe Giuseppe Mannino, 31 anni, la cui Mercedes classe A faceva di continuo la spola da e per l’aeroporto di Palermo. Aeroporto che si è riempito di telecamere. Non solo colombiani. Bono sarebbe riuscito a creare un canale con i calabresi. In particolare con Rocco Morabito, fotografato al Mc Donlad’s della stazione Roma Termini assieme a Giovanni Sergio. Le indagini imboccarono così una pista che arrivava dritto ai clan Piromalli di Gioia Tauro e Alvaro di Sinopoli.

Era un continuo atterrare e ripartire per Naranjo Vasquez. La prima volta venne immortalato nel 2016 dal sistema di videosorveglianza dell’aeroporto di Punta Raisi. Giacca di colore verde, una maglia rossa, un pantalone scuro: se ne andava in giro come uno dei tanti turisti spingendo un trolley. Il narcos latitante cercava di non dare nell’occhio. Alloggiava in un B&B nella zona di Trappeto e mangiava al Mc Donald’s di Carini.

Seguendo Bono i finanzieri arrivano ad altre figure importanti. Su tutte quelle dei fratelli Giuseppe e Salvatore Spatola. Erano in contatto con un misterioso grossista di cui si conosce solo il nome, Freddy, mai identificato. Giuseppe Spatola è morto da mesi. Era stato scarcerato nel 2006 dopo vent’anni di carcere scontati in America per traffico di droga. Nelle conversazioni riservate si faceva chiamare il “capo di tutti i capi”. A prendere il suo posto sarebbe stato il fratello Giuseppe, 70 anni, pure lui con un passato carcerario in America e pure lui arrestato nei mesi scorsi.

Francesco Tarantino, 32 anni, del rione Borgo Nuovo, e il trentenne calabrese Rocco Morabito, sono stati i protagonisti dell’episodio più recente contestato dai pubblici ministeri Salvatore De Luca e Maurizio Agnello. Nel maggio 2016 dentro una Fiat Panda furono trovati due chili di cocaina. Al volante della macchina, fermata a Bunfornello, c’era il calabrese Carmelo Cutrì. Un affare che sarebbe stato gestito da Tarantino e Morabito. Per viaggiare sicuri si sarebbero fatti precedere da macchine di staffetta, a bordo delle quali avrebbe trovato posto anche un altro calabrese, Giovanni Sergio.

Man mano che le indagini andavano avanti sono saltati fuori altri personaggi che si sarebbero riforniti di droga da Bono. Tra questi Fabio Chianchiano, 53 anni, personaggio noto alle cronache giudiziarie, condannato in appello a 20 anni per l’omicidio di Franco Mazzè, ucciso a colpi di pistola per le strade dello Zen nel 2015.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI