TRAPANI – Il nome del senatore del Pdl Antonino D’Alì fa capolino più volte nelle pagine delle informative che costituiscono l’ossatura del provvedimento di sequestro.
La prima vicenda in cui si parla dell’ex sottosegretario al ministero dell’Interno risale all’ottobre 2001. Gli investigatori registrano una conversazione fra Francesco Morici e l’imprenditore Tommaso Coppola che, dopo il suo arresto e la condanna, ha confessato di fare parte del sistema illecito per controllare gli appalti. I due parlano dei lavori da eseguire nel porto di Trapani in occasione della Louis Vuitton Cup del 2005. Un appalto da 46 milioni di euro. Francesco Morici fa riferimento al “senatore” che gli investigatori identificano in D’Alì. Sarebbe lui l’uomo da cui Morici si aspetta un favore: “Qua ne ho un’altra… quella che il senatore mi ha promesso che me la faceva passare… quella di 20, 30 miliardi… questa… la convenzione… questa per la cosa del porto…”. Morici teme che la trattativa sia difficile. “… questa è una rogna… questa brutta è da lavorare…”. E Coppola lo invita ad andare avanti. “Tenta intanto…”. Poi, Coppola chiede a Morici se ha avuto notizie di Pellegrino. Si tratterebbe di Bartolo Pellegrino, ex assessore e vice presidente della Regione siciliana, assolto definitivamente un anno fa dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Nel prosieguo della conversazione Morici fa riferimento ad alcune date: “… io te l’ho detto… c’è questa cosa di qua… eh… il 27… eh… di Erice… e il 18… 20… del porto… tutte e due pronte per…”. Coppola aggiunge anche il tema dei lavori in aeroporto: “… ohu… sembra che questo… aeroporto qua… eh… ma dico… parlagliene al senatore… lì… cosa si può fare… eccetera… eccetera… se c’è possibilità… “: E Morici lo rassicura che ne avrebbe parlato con il politico: “… ma noi… tu vedi se hai impegni… se io mercoledì decido di andare a Roma… se io ho un appuntamento con lui… e lui ogni volta… qua… con il bordello che c’è qua… che vado a parlare con lui qua?… ora, mi sembra brutto… quando non c’era questa… questa scorta… ora… ora che è con la scorta… mi annoia… ma noi… tu vedi se hai impegni… se io mercoledì decido di andare a Roma… se io ho un appuntamento con lui… e lui ogni volta… qua… con il bordello che c’è qua… che vado a parlare con lui qua?…” . Coppola: “… ma perché c’è il bordello… se vuoi lo chiami… e gli dici: ”non vieni tu… materialmente?”… io non lo capisco…”. Morici: “… ma tu non ci devi scherzare con il sottosegretario…”.
“In ordine alla possibilità da parte delle imprese riconducibili ai Morici Francesco e Vincenzo, di aggiudicarsi commesse pubbliche in occasione dell’evento velico denominato Louis Vuitton Cup – si legge nel provvedimento di sequestro – giova ricordare ancora una volta che in effetti i predetti imprenditori si aggiudicavano la commessa più consistente afferente il ‘Completamento dei moli foranei e lavori di realizzazione delle banchine a ponente dello sporgente Ronciglio’ con importo a base d’asta di 46 milioni 344 mila euro. I lavori erano finanziati dal Ministero”. Sui lavori del Porto è tornato a parlare nel 2006 Antonino Birrittella, altro imprenditore che ha deciso di saltare il fosso. Morici sarebbe andato a chiedergli un preventivo per la fornitura di ferro e Morici gli avrebbe detto: “… per il rapporto che mio padre ha con il senatore D’Alì puoi stare certo che l’appalto sarà aggiudicato a noi”.
Il nome di Di D’Alì viene citato anche nel contesto dei lavori per il ripristino della funivia di Erice. È Vito Giacalone, ex dipendente della Provincia, a raccontare come sarebbero andate le cose: “… il progetto della funivia era stato realizzato dalla KM ed era stato preferito ad un progetto della AST che non aveva grande valenza tecnica. Dopo l’acquisto del progetto, poiché non vi era contenuto né il capitolato speciale di appalto né il computo metrico, trattandosi inizialmente di project financing privato, venne incaricato l’ingegnere Di Giuseppe per redigere questi due documenti tecnici. Del progetto parlai con il Coppola per gestire la gara in favore di qualche imprenditore a lui vicino. Dopo qualche tempo mi disse che era interessato a favorire l’aggiudicazione all’impresa Morici e quindi alla società Coling degli imprenditori Morici Vincenzo e Francesco….”.
Per chiudere il cerchio di Morici era necessario che Giacalone entrasse a fare parte del seggio di gara come segretario e l’ingegnere Giova Battista Grillo come presidente. “Qualche mese prima della data di aggiudicazione della gara Morici Francesco – spiega Giacalone – venne a trovarmi nel mio ufficio per prendere l’elenco dei prezzi per formulare l’offerta. Secondo Giacalone, Coppola aveva intrapreso contatti con vari soggetti politici per la formazione dello staff allo scopo di effettuare la turbativa. “In particolare, il Coppola – spiega Giacalone – mantenne contatti frequenti con il sindaco pro tempore di Erice Ignazio Sanges allo scopo di accelerare le procedure, informando il Sanges che il Morici avrebbe dovuto aggiudicarsi artatamente l’incanto ottenendo a tale scopo l’assenso del sindaco di Erice. Il Coppola provvide anche ad informare della artata aggiudicazione lo stesso senatore Antonio D’Alì”.