PALERMO – Dalla condanna all’elezione. Dall’amaro al dolce. Tutto in 48 ore. Giorni da ricordare, quelli di Totò Gueli, nuovo componente dell’Assemblea nazionale del Partito democratico. Ex cuffariano di ferro ed ex vicepresidente della società regionale Multiservizi, proprio a causa di questo ultimo incarico, il 28 aprile scorso ha dovuto “incassare” una condanna definitiva della Corte dei conti per la vicenda delle assunzioni nell’azienda regionale.
Una sentenza amara, quella di appello, anche perché alla fine l’unico condannato, a differenza della sentenza di primo grado, sarà proprio lui. La prima pronuncia di magistrati contabili, infatti, aveva imposto un risarcimento anche all’allora presidente della Multiservizi Sebastiano Burgaretta Aparo e del consiglieri di amministrazione Leonardo Le Mure.
A metà del 2008, durante il governo Lombardo, infatti, il cda della Multiservizi, azienda oggi in liquidazione ma che in quegli si occupava delle pulizie nelle aziende sanitarie e negli ospedali siciliani, aveva espresso la volontà di assumere quattro persone: erano parenti di dipendenti nel frattempo deceduti.
Il 28 maggio 2008, per l’esattezza, il Consiglio di amministrazione aveva deliberato il reclutamento di risorse umane, pur avendo conoscenza del divieto di assunzioni stabilito da un atto della Regione (socio controllante), a fini di contenimento della spesa. I giudici contabili due anni fa in primo grado hanno sancito che ciò ha comportato un danno all’erario e condannato Burgaretta e Gueli a pagare 67 mila euro, e Le Mura 45 mila.
Una sentenza solo in parte rivista in appello. I giudici hanno infatti deciso di “assolvere” Burgaretta e Le Mura, rispettivamente difesi da Agostino Equizzi e Accursio Gallo (su delega dell’avvocato Coppola). Resta invece la condanna proprio per Gueli. Il motivo? In sostanza, secondo la Corte dei conti, il cda aveva subordinato l’assunzione di quelle persone al via libera che doveva giungere dal Comitato di controllo analogo della Regione. Insomma, le assunzioni sarebbero divenute effettive solo in caso di “nulla osta” della pubblica amministrazione che controllava Multiservizi. Una condizione che non sarebbe invece stata esplicitata da Gueli che ha dapprima inviato ai diretti interessati le “lettere d’impegno all’assunzione”, quindi firmato i contratti di lavoro. Per questo, alla fine, l’unico responsabile di quelle illegittime assunzioni, per i magistrati contabili, sarebbe proprio lu. Anche in Appello, quindi, Gueli è stato condannato a risarcire la somma di 67 mila euro.
Una condanna diventata definitiva dopo nove anni dai fatti. Nel frattempo, tutto è cambiato. Gueli è stato allontanato dal cda di Multiservizi da parte dell’allora governatore Raffaele Lombardo. In tempi più recenti, invece, ecco un giro tra diversi uffici di gabinetto del governo Crocetta e l’avvicinamento al senatore Beppe Lumia. Con la benedizione del politico termitano Gueli, in passato tra i più stretti collaboratori di Totò Cuffaro, si è candidato all’Assemblea nazionale del Pd in occasione delle primarie del 30 aprile, nella mozione di Michele Emiliano. Ed ha ottenuto l’elezione. Il dolce, dopo l’amaro di due giorni prima.