ROMA – Le operazioni di scrutinio si sono chiuse ieri. E finalmente sono arrivati gli esiti delle elezioni per il rinnovo dei “togati” del Consiglio Superiore della Magistratura. Un dato positivo è che l’affluenza è stata molto elevata. Più delle aspettative. Questo per molti – al di là delle correnti – è il segno della voglia di riaffermazione e rinnovamento della magistratura.
Le elezioni si sono svolte con le nuove regole dettate dalla riforma Cartabia il 18 e il 19 settembre scorsi. Dai tribunali siciliani sono arrivate due vittorie su quattro candidature. A spuntarla sono stati i pm Marco Bisogni (in servizio alla Dda di Catania e candidato Unicost) e Dario Scaletta (in servizio alla Dda di Palermo e candidato Magistratura Indipendente).
Non sarà un ruolo facile quello che dovranno svolgere: quello che si è appena concluso è un voto dal valore storico e simbolico molto significativo. C’è l’obiettivo di riappropriarsi della fiducia dei cittadini dopo gli scandali della magistratura. Questo CSM apre un nuovo capitolo della storia giudiziaria italiana dopo i terremoti investigativi legati a Luca Palamara e all’avvocato di Siracusa Piero Amara.
Ma cerchiamo di conoscere meglio i due nuovi togati del Csm. Marco Bisogni, di origini romane, è un sostituto procuratore della Direzione Distrettuale della Procura di Catania. Ha firmato molte inchieste sulla famiglia di Cosa nostra catanese ma anche sul sistema illecito legato al trattamento dei rifiuti. Prima di arrivare a Catania ha lavorato per diversi anni a Siracusa.
La storia di Marco Bisogni si incrocia infatti con le vicende siracusane. È uno dei magistrati che ha portato a scoperchiare il sistema di corruzione e collusione costruito dentro e attorno il palazzo di Giustizia di Siracusa. Un sistema che aveva come regista l’avvocato (oggi pentito) Piero Amara.
La Sicilia ce l’ha nel Dna Dario Scaletta, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo. Il magistrato, originario di Trabia, lavora da 18 anni negli uffici giudiziari del capoluogo siciliano. Scaletta ha coordinato inchieste di criminalità economica, misure di prevenzione antimafia e criminalità organizzata.
Questi i nomi dei due siciliani che compongono i membri togati, ma prima che possa insediarsi il nuovo Csm dovranno essere nominati i laici. Compito che spetterà al Parlamento che si comporrà dopo il voto di domani 25 settembre.
Il carrierismo ha mille sfaccettature!! Anche inventarsi impianti accusatori contro validi investigatori delle forze dell’ordine può essere interpretato come carrierismo. Mi dispiace ma non vedo eredi di Falcone e Borsellino!!!
… ed aggiungerei che ha perduto di credibilità…. con errori e schieramenti. Direi che segue il nulla politico
Vedo con piacere che ormai le pietre le lanciano tutti anche quelli che peccano.
Parole di DI MATTEO condivisibili ma occorre una profonda riforma della Magistratura che passi dalla separazione delle carriere e funzioni, divieto per i magistrati di rientrare da copertura di incarichi politici ecc.., responsabilità oggettiva, certeza nella chiusura dei processi
Ci mancava l’introduzione della improcedibilità dei reati compiuti contro la Pubblica Amministrazione, introdotta dalla riforma Cartabia, ad aggravare la degenerazione della Giustizia. Proprio mentre il Piano di rinascita Europeo, che vale ben 220 miliardi di euro, comincia il suo percorso decennale per ridurre le profonde disuguaglianze nei territori dell’Unione con l’occhio rivolto all’arroganza criminale e complicità politica.