Da supplente a superburocrate | Ecco il curriculum di Di Bella - Live Sicilia

Da supplente a superburocrate | Ecco il curriculum di Di Bella

Nel 1980 l'incarico di supplente al liceo "Ferraris" di Varese. Dopo 33 anni è il burocrate più importante del parlamento siciliano. Tutte le tappe della carriera del segretario generale, dagli incarichi in assemblea a quelli di consulente di un presidente della Regione nel curriculum che qualcuno aveva chiesto di visionare ricevendo un diniego.

Il personaggio
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PALERMO – Da supplente a segretario d’oro. Il percorso di Sebastiano Di Bella è lungo quanto quello che separa Varese da Palermo. Lì, in Lombardia, nel 1980 l’attuale vertice della burocrazia del Parlamento siciliano, otteneva un incarico di supplenza al Liceo statale “Ferraris”. Uno stipendio da un milione di lire al mese, spiccioli più o spiccioli meno. Dopo 34 anni, avrebbe guadagnato più di mille euro al giorno.

Il curriculum di Sebastiano Di Bella non è più un mistero. Nonostante le recenti lettere indirizzate anche a chi aveva richiesto qualche notizia in più sul dirigente dei dirigenti all’Ars. In quella lettera, Di Bella spiegava di non essere obbligato, dalla legge, a rendere pubbliche quelle notizie. Un mistero difficile da comprendere.E racchiuso in quattro pagine dattiloscritte e fitte di incarichi relativi all’Assemblea regionale, al periodo anteriore e completato anche da encomi e note di merito.

Da supplente a super burocrate, questa la parabola di Di Bella. Che verrà assunto dall’Assemblea regionale siciliana pochi mesi dopo la fine di quell’incarico ottenuto al “Ferraris” di Varese. Era l’agosto del 1981. Di Bella, allora ventottenne (è nato a Giarre il 12 luglio del 1953) entra all’Ars “per il rotto della cuffia”, arrivando terzo al concorso a tre posti per “referendario parlamentare”. Da lì, inizia la scalata all’interno del Palazzo. Intanto per sei anni, dal 1981 al 1987 Di Bella viene assegnato al “Servizio dei resoconti”, poi passa al Servizio dell’attività legislativa e delle commissioni parlamentari, come funzionario addetto alla terza commissione (Attività produttive), poi passerà alla commissione Sanità.

Nell’agosto del 1990 il primo “salto” di livello. Di Bella viene promosso Consigliere parlamentare e viene assegnato nuovamente alla Commissione attività produttive. Poi una serie di “traslochi” da una commissione all’altra, compresa la commissione “Antimafia”. Oltre alla partecipazione all’organizzazione di convegni, progetti e corsi professionali interni all’Assemblea.

Dal 2003 iniziano gli incarichi di “direttore”. E nel 2004 ecco la promozione alla “terza fascia dirigenziale”. Lo stipendio inizia a lievitare, insomma. Quindi, come detto, gli incarichi a capo degli uffici. Prima gli incarichi speciali al “Controllo parlamentare e testi unici” e “Rapporti con l’Unione europea” poi la guida di un ufficio importante come il Servizio delle Commissioni, dove Di Bella lavorerà dal 2006 al 2012. Quell’anno, la prima svolta. Le elezioni regionali regalano alla Sicilia due nuovi presidenti. A Palazzo d’Orleans siede Rosario Crocetta, mentre a Palazzo dei Normanni arriva Giovanni Ardizzone. È lui a sciegliere Di Bella, intanto, come proprio capo di gabinetto. Poi, l’improvviso addio di Giovanni Tomasello, che nel 2010 aveva riservato a Di Bella una “nota di apprezzamento” (anche questa desumibile dal curriculum), per il “contributo fornito alla stesura del primo rapporto sullo stato dell’attività legislativa e parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana in occasione del 63esimo anniversario della prima seduta dell’Assemblea”. Un addio, quello di Tomasello (condito sulle polemiche sulla baby e maxi pensione) che apre appunto le porte della Segreteria generale a Tomasello. E’ lui il burocrate più “ricco” di Sicilia. E’ l’ottobre del 2013.

Un burocrate che in passato aveva ricevuto anche l’apprezzamento dei componenti dei governi regionale. Come quello di centrodestra guidato da Giuseppe Provenzano, candidato da Forza Italia. In quella giunta, l’assessore al Turismo Nino Strano, appena insediatosi, esprime il proprio apprezzamento a Di Bella “in occasione della predisposizione della legge sul turismo”. Di quella giunta faceva parte anche Totò Cuffaro, che nel 2001 sarebbe divenuto il nuovo presidente della Regione. E proprio in quell’anno, Di Bella sarà uno dei consulenti del governatore.

Nel frattempo, come detto, la carriera proseguiva, senza sosta. Continuava a salire, dentro le mura del Palazzo. E Di Bella trovava il tempo anche per scrivere, stando al curriculum, nove articoli per il mensile “Cronache parlamentari”. Un giornale pubblicato dall’Assemblea regionale e in quegli anni guidato anche dall’attuale direttore del giornale online “Siciliainformazioni” Salvatore Parlagreco, cognato di Di Bella e da poco nominato da Crocetta presidente del Cerisdi. Ma Di Bella sembra avesse la passione per i giornali già da tempo. Che si è incrociata con l’altro grande amore del segretario d’oro: il vino. Diversi anni fa, ma il curriculum non lo racconta, Di Bella (che nel 2003 faceva parte del cda di ‘Enoteca d’Italia srl) dirigeva una rivista dal titolo “Pmi Sicilia”. Un bel mensile patinato che si occupava appunto di vino e agricoltura. Un cronista di allora si era accordato per il prezzo di un articolo. Un bel servizio-intervista a un “big” del settore. Ma nel “cedolino”, alla fine del mese, ecco spuntare la metà del compenso pattuito. Di fronte alle rimostranze del cronista, Di Bella non fece una piega: “Una cosa è un articolo, un’altra è un’intervista. In fondo, lei non ha fatto altro che scrivere quello che le ha detto un altro…”. Ma questa storia nel “misterioso” curriculum non c’è.


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