"Dallo spirito della Consulta | uscirà il sindaco del 2050" - Live Sicilia

“Dallo spirito della Consulta | uscirà il sindaco del 2050”

L'assessore alla Partecipazione Giusto Catania traccia un primo bilancio in vista del voto che darà vita alla Consulta delle culture: "Siamo in fibrillazione, c'è stata una partecipazione straordinaria e gli uffici comunali hanno lavorato senza sosta per permettere a questi giovani di essere parte attiva della città. Sarà un momento storico".

PARLA L'ASSESSORE CATANIA
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PALERMO – “La Consulta delle culture da lunedì sarà la quarta istituzione della città. Siamo tutti in fibrillazione per il voto di domani. Sarà un organo consultivo e propositivo per tutti coloro che hanno una cittadinanza diversa da quella italiana oppure che l’hanno acquisita”. C’è tanto entusiasmo nelle parole dell’assessore alla Partecipazione del Comune di Palermo, Giusto Catania, in vista del voto che eleggerà i 21 membri della Consulta delle Culture, il parlamentino degli stranieri della città di Palermo.

Assessore, come procedono i preparativi in vista del voto di domenica?

“Sto vedendo una partecipazione straordinaria, sono entusiasta. Abbiamo uffici comunali pieni di persone che vogliono ritirare il proprio certificato elettorale per partecipare al voto e chiedono di essere parte attiva di questo processo, che sta andando oltre le nostre stesse aspettative. Ringrazio tutti quelli che ci hanno creduto e i dipendenti comunali che stanno lavorando anche gratuitamente”.

Che significato attribuisce a queste elezioni?

“A Palermo c’è la straordinaria presenza di una comunità attiva e impegnata e lo stiamo vedendo in queste ore di campagna elettorale. Queste persone si stanno impegnando al massimo, si sente che c’era l’esigenza di dar loro una rappresentanza politica ed è un grande paradosso che finora non esistesse. Si sta costruendo un’operazione di grande impatto politico, domenica sarà una giornata storica per la città di Palermo, una giornata che costruirà il futuro della città. Vi dico una cosa: dallo spirito della consulta uscirà il sindaco di Palermo del 2050, quando magari il primo cittadino sarà tamil o bengalese. Sta venendo fuori una seconda generazione di giovani che si sentono palermitani a tutti gli effetti e che hanno una straordinaria voglia di partecipazione. Immagino la città del domani come un luogo dei diritti, della pace e delle contaminazioni culturali. Per questo domani, su iniziativa del Comune, a tutti quelli che si recheranno al seggio sarà consegnata una spilla con la scritta ‘Partecipa’, perchè un domani si possano ricordare di aver preso parte a questo giorno memorabile”.

Come si svolgerà il voto?

“Avremo seggi elettorali in dieci scuole nelle otto circoscrizioni, nella prima e nell’ottava saranno utilizzate due scuole perchè ci sono più elettori. Il corpo elettorale è composto da quasi 23 mila persone ma potrebbe aumentare perchè abbiamo scoperto che circa 4.500 persone regolarmente residenti a Palermo avevano il permesso di soggiorno ma non si erano ancora registrate all’anagrafe. Se si presenteranno oggi entro le 13 in piazza Giulio Cesare e domani dalle 8 alle 20 sia all’ufficio anagrafe in viale Lazio sia in piazza Giulio Cesare faranno ancora in tempo a votare. Voglio aggiungere un’altra cosa. Grazie a questa operazione da lunedì potremo allineare completamente i dati della questura con quelli dell’ufficio anagrafe. Un’operazione di trasparenza importante perchè non ci saranno più persone prive di un riconoscimento del loro status. I candidati sono 44, mi dispiace per gli esclusi degli ultimi giorni ma erano privi di alcuni requisiti e abbiamo dovuto applicare la legge”.

Come funzionerà la Consulta?

“Sarà composta da 21 membri in rappresentanza di sette aree geografiche diverse con un presidente, un vicepresidente e un ufficio di presidenza. Il presidente parteciperà ai lavori del consiglio comunale, dove avrà diritto di parola ma non di voto e sarà portavoce della Consulta. Per questa prima volta il mandato degli eletti durerà quattro anni e l’incarico di presidente sarà rinnovato dopo due. Il prossimo mandato durerà invece cinque anni e l’incarico di presidente sarà rinnovato dopo due anni e mezzo. Facciamo così per agganciare le elezioni della consulta a quelle del prossimo consiglio comunale. Sala delle Lapidi eleggerà tre consiglieri che rappresenteranno il consiglio all’interno della consulta e lo stesso farà la giunta scegliendo un proprio delegato, che può essere lo stesso sindaco, un assessore o una persona scelta dal primo cittadino. L’obiettivo è evitare che la Consulta sia un corpo separato dal resto dell’amministrazione. È fondamentale che questo organismo abbia un rapporto costante e diretto con le altre istituzioni”.

I membri della Consulta avranno un compenso e una sede istituzionale in cui riunirsi?

“Gli eletti non avranno un compenso non per sminuire la loro importanza ma perchè le leggi non lo consentono. Avranno invece una sede istituzionale che sarà Palazzo Cefalà in via Alloro. Al momento si stanno ultimando i lavori di consolidamento del palazzo di modo che la Consulta possa essere subito operativa non appena si sarà insediata. È uno spazio riconsegnato alla città grazie a questa istituzione”.

Dopo le tragedie di Lampedusa si parla molto della legge Bossi-Fini e permessi di soggiorno. Lei crede che questa Consulta e la candidatura di Palermo a Capitale europea della cultura 2019 possano rappresentare un messaggio all’Europa?

“La città di Palermo e il suo sindaco hanno ribadito più volte l’esigenza di abolire il permesso di soggiorno. La Consulta è un segnale che lanciamo per un’altra Europa, dell’accoglienza, dell’intercultura, delle contaminazioni. A noi non piace l’Europa dei rimpatri forzati, del Frontex, della militarizzazione delle frontiere. Così come pensiamo che si debbano abolire la Bossi-Fini e il reato di clandestinità. È possibile costruire un percorso di reale convivenza fra le culture partendo dalle potenzialità che si trovano nelle realtà cittadine. Qui c’è in atto un discorso in controtendenza rispetto a quanto avviene altrove. Noi candidiamo Palermo a capitale europea con questo spirito, fieri di fare un’operazione tra le più avanzate in questo ambito. Spesso si parla male degli immigrati per colpa di 20 delinquenti. Noi abbiamo fatto controlli a tappeto sul certificato penale dei 22 mila aventi diritto. Ebbene solamente 8 sono risultati non in regola con la giustizia, una percentuale molto più bassa degli italiani, a dimostrazione che spesso gli stereotipi sono assolutamente falsi”.


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