CATANIA – Il 9 dicembre 2013, quando parte d’Italia scese in piazza al fianco dei Forconi, Paolo D’Amato s’incatenò alla Serit di corso Sicilia. Una protesta disperata che ancora oggi rivendica con orgoglio: “Ci siamo schierati contro un ente usuraio legalizzato dello Stato che ha portato alla fame centinaia di famiglie – ha detto – Quella vicenda mi ha segnato nel profondo e mi ha dato la forza per non arrendermi”. La prossima battaglia è ora la conquista del Comune. D’Amato è infatti candidato sindaco per il Progetto Sicilia, movimento che sostiene la proposta – definita da lui stesso “rivoluzionaria” – dell’adozione della moneta complementare in Sicilia.
Allora, ci spieghi il vostro progetto.
Un progetto nato dal popolo per il popolo. Grazie all’articolo 12 dello Statuto regionale, che sancisce il principio della sovranità legislativa, siamo riusciti a presentare il primo disegno di legge d’iniziativa popolare della storia siciliana. Noi crediamo che al problema del lavoro bisogna rispondere con l’introduzione di una moneta complementare che veicoli l’acquisto dei prodotti nostrani.
E per Ramacca che ricetta avete?
Anche qui va introdotta una moneta complementare. Per attuarla, abbiamo già trovato come reperire la necessaria copertura finanziaria.
E come?
Le risorse si trovano già all’interno del bilancio comunale ed è la spazzatura, che da materiale di spreco deve diventare risorsa da mettere a disposizione dei cittadini. Ogni anno, per il conferimento in discarica, spendiamo 1,5 milioni di euro. Dal prossimo anno, con l’Ecotasi, prevediamo che la Tari sia raddoppiata.
Quindi?
Ai nostri cittadini stiamo dicendo che grazie alla differenziata e al conferimento nell’isola ecologica comunale si risparmierebbero 2,5 milioni di euro, a questi si devono aggiungere 500 mila euro dalla vendita della stessa differenziata al libero mercato. Un altro1 milione di contributo statale destinato ai comuni virtuosi che raggiungeranno il 65% di differenziata a partire dal primo gennaio 2017.
Che differenza c’è tra la vostra piattaforma e le ragioni dell’indipendentismo?
La vera indipendenza di un popolo deve essere in primo luogo economica, solo successivamente può esserci quella politica.
Della polemica interna al Pd sul candidato sindaco che mi dice?
Una pagliacciata dove al centro ci sono soltanto gli interessi di poltrona e non quelli dei cittadini.
E sull’amministrazione Zappalà qual è il suo giudizio?
Il giudizio è già sulla bocca dei cittadini e non credo che lui sarà ancora il nostro sindaco.
Non teme, invece, che il vostro bacino elettorale possa essere eroso dall’M5s?
Potrebbe anche essere, anche perché loro possono sempre scendere con l’artiglieria pesante, con i vari Di Maio e Cancellieri. Il sindaco però lo deve fare Gaetano Nicolosi e non sappiamo se sia effettivamente in grado di poterlo fare.
Come fa a dirlo?
Lui si è dichiarato un professionista e non è detto che basti. Per il Cinque stelle è stata solo una gabbia per tutte quelle persone che avevano davvero sete di ribellione. E lo abbiamo constatato guardando come hanno amministrato i comuni da loro conquistati.