Una manata violenta alla schiena, poi la spinta che l’ha fatta volare fuori dall’ufficio. È accaduto a una 32enne, impiegata in una nota azienda edile di Formigine, in provincia di Modena, colpevole soltanto di aver ricordato al datore di lavoro che il suo turno era terminato e che avrebbe eseguito l’incarico richiesto l’indomani.
Un gesto brutale che le è costato quattro giorni di prognosi per infortunio, dopo le cure ricevute al pronto soccorso e una terapia farmacologica prescritta per i giorni successivi. Ancora scossa e impaurita, la donna si è rivolta alla Cgil per chiedere tutela e capire come muoversi nei prossimi giorni.
Datore di lavoro aggredisce dipendente
“La lavoratrice si è presentata ieri in Camera del Lavoro a Sassuolo – spiega Souad Elkaddani della Fillea Cgil – in un forte stato di agitazione per chiedere tutela. È ancora sotto shock e teme per il momento in cui dovrà riprendere a lavorare”.
L’aggressione, secondo quanto ricostruito dal sindacato, rappresenta l’apice di un clima tossico e persecutorio che la donna avrebbe subito da tempo: insulti, pressioni costanti, telefonate fuori orario e controlli oltre i limiti del lavoro.
La lavoratrice ha sporto denuncia
Martedì 7 ottobre, dopo l’aggressione, la lavoratrice è corsa all’esterno dell’edificio, ha contattato il compagno e un’amica e ha chiamato i carabinieri. Davanti ai militari, l’imprenditore ha negato tutto, ma la 32enne ha presentato una denuncia formale.
“È venuta subito in Cgil per chiedere come può essere tutelata – continua Elkaddani – è una donna giovane, ha paura a tornare al lavoro. Purtroppo siamo di fronte all’ennesimo atto di violenza contro una donna, consumato in ambiente di lavoro”.
“Il suo datore le aveva anche in passato detto che come donna doveva essere grata di essere stata assunta a tempo indeterminato, che molti datori non assumono a tempo indeterminato le donne perché poi si devono dedicare alla famiglia e ai figli e si assentano dal lavoro”, conclude la sindacalista.
Ipotesi mobbing e stress da lavoro
La Fillea Cgil intende chiedere il riconoscimento di malattia per mobbing e stress correlato al lavoro, e offrirà assistenza legale alla lavoratrice per una possibile denuncia penale per lesioni personali.
“Il clima aziendale è al momento deteriorato – conclude la sindacalista Fillea Cgil – valuteremo anche insieme ai legali la risoluzione del rapporto di lavoro con tutti i risarcimenti e le indennità dovute alla lavoratrice”.
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