"De Luca e Schifani sono le destre, con Meloni libertà a rischio"

“De Luca e Schifani sono le destre, con Meloni libertà a rischio”

L'onorevole pidino dice la sua sugli scontri e sul resto.
INTERVISTA A CARMELO MICELI
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2 min di lettura

“Il messaggio della destra è brutale e violento. Dobbiamo stare attenti, per questo torno a lanciare l’allarme”.

Carmelo Miceli, deputato nazionale, candidato del Pd, sia alle elezioni politiche che alle regionali, non usa mezze misure e dice la sua, all’indomani delle polemiche sugli scontri, in calce al comizio di Giorgia Meloni, leader di ‘Fratelli d’Italia’, a Palermo.

Non le sembra di esagerare un po’, onorevole Miceli?
“Assolutamente no”.

Si spieghi meglio, allora.
“Le dichiarazioni di Giorgia Meloni sui ‘violenti’ di Palermo sono una prova. Non erano violenti, quelli che manifestavano, ma ragazzi innamorati della libertà d’espressione. E, se già adesso, non è possibile esercitarla perché questa destra non deve essere disturbata, pure essendo, lo ripeto, brutale e violenta, allora vuol dire che siamo in uno scenario preoccupante. Con Meloni al governo rischiamo di essere meno liberi”.

Passiamo alle regionali, ora mi dirà che Caterina Chinnici diventerà presidente, nonostante tutti i problemi dei progressisti, dopo la separazione tra democratici e grillini…
“Lo dico perché ci credo e perché penso che i siciliani hanno già intuito il pericolo delle destre rappresentate da Renato Schifani e Cateno De Luca. C’è un quarantadue per cento di indecisi che si mobiliterà, ne sono sicuro, nel modo migliore”.

Ma l’onorevole Chinnici è apparsa un po’ distaccata. Condivide?
“Forse un po’ troppo garbata e talvolta poco incisiva. Tuttavia, è riconoscibile nella sua storia personale e politica che sono un modello. Mentre le destre conoscono soltanto le logiche del potere e degli appetiti, per esempio, intorno ala sanità siciliana”.

Il suo Pd non si può definire un partito coeso e pacificato…
“Siamo un partito che ha il dovere di fare i conti con la realtà e che, comunque, è aperto e trasparente. Ogni iscritto può diventare segretario. Si discute, ci si confronta e si sceglie, come è normale che sia”.

Il 26 settembre si aspetta una resa dei conti?
“Assolutamente no. Mi aspetto una riflessione sul risultato. Se le scelte del segretario nazionale, Enrico Letta, e di quello regionale, Anthony Barbagallo, saranno risultate vincenti, cosa che spero, saremo felici. Altrimenti…”.

Vi arrabbiate?
“… Continueremo a discutere”. (Roberto Puglisi)


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