MESSINA – Cateno De Luca, forte dell’intesa con Dino Giarrusso, lancia l’offensiva. Vincere a Messina e subito dopo espugnare Palazzo D’Orleans. L’ex sindaco di Messina ribadisce di volere correre in solitaria e rispedisce al mittente le offerte ricevute per fare un passo di lato.
De Luca, partiamo dall’intesa con Giarrusso, dove vi porterà?
Sono sicuro che i ragionamenti che abbiamo avviato con Dino Giarrusso ci porteranno alla costruzione di un movimento a trazione meridionalista, ma non solo. L’idea che condividiamo (ho letto la sua intervista incentrata sul suo progetto e ho fatto una scappata a Roma per parlare con lui) parte da come intendere la “questione meridionalista” che non è squisitamente di rivendicazione perché quella questa è servita soltanto a sfruttare lo stato in cui si trova il Meridione per portare avanti i soliti personaggi che si sono riciclati attraverso questa iniziativa. Il confronto che abbiamo avviato ci porterà a realizzare un movimento innovativo che vede unito Nord e Sud per ottenere dalla Comunità Europea quelle deroghe necessarie per fare un piano decennale non solo sotto il profilo delle infrastrutture ma per il lavoro: una strategia complessiva che porti alla delocalizzazione delle imprese del Nord al Sud.
Una canzone ai Cinquestelle che hanno rotto con Giarrusso la vuole dedicare?
La canzone più appropriata per il divorzio tra Giarrusso e i Cinquestelle è “se mi lasci non vale” di Julio Iglesias perché finchè si rimane all’interno del Movimento si è belli e bravi, quando si prende coscienza che il Movimento ha tradito quelli che erano i presupposti dai quali era partito (pensiamo alle operazioni familiari del buon Cancelleri e il bavaglio che viene messo all’interno del Movimento) è logico che chi si è candidato si è trovato adesso in un quadro totalmente diverso da quello iniziale. Chi lascia il Movimento è brutto, sudicio e cattivo. Questo ho sentito dire a Conte nei confronti di Giarrusso, che fino a qualche settimana prima era buono: la doppia e tripla morale che siamo ormai abituati a registrare nel Movimento Cinquestelle.
Perché dovrebbe decollare oggi un nuovo progetto meridionalista?
Molto semplice. Il Covid ha aperto una nuova fase, in ambito europeo, che ha cambiato completamente l’impostazione dei parametri rigidi di Maastricht che portavano a tenere il cordone chiuso della borsa: oggi prevale una visione opposta. Il Recovery conferma che l’Unione Europea è oggi l’unica istituzione che si può permettere di prendere miliardi e metterli in circolazione per prestazioni anticicliche. Questo porta alla nascita di un movimento che, con un nuovo patto di solidarietà Sud-Nord, deve pretendere dall’Unione Europea un piano straordinario per cancellare dalla carta della povertà la posizione del Meridione che oggi la vede paragonata ad alcuni Stati dell’Est. Il momento oggi è quello giusto, possiamo farlo solo noi (Io e Giarrusso) che non abbiamo bisogno di poltrone e che naturalmente facciamo una scelta di campo ben precisa in una fase di grande crisi dei contenitori politici: è il momento giusto.
I malpancisti di centrodestra stanno continuando a corteggiarla?
Sì, certamente: è ovvio. Sperano che mi accontenti del ruolo di vicepresidente della Regione con delega al bilancio. Pensano che mi chiami Armao o Lagalla che furono accontentati con lo strapuntino dell’assessorato. No, io sono Cateno De Luca. Rinuncio alle poltrone, non ho bisogno che mi vengano regalate. Io le poltrone le conquisto.
Ce la fa una previsione sulle amministrative siciliane?
Ritengo che a Messina ci siano le condizioni per vincere al primo turno e quindi stiamo lavorando affinchè si vinca al primo turno e si risparmino 500000 euro per il ballottaggio. Per quanto riguarda Palermo, onestamente non ho seguito le dinamiche e quindi non sono nelle condizioni di esprimermi sul risultato finale. Con molta onestà dico che qualunque sarà il risultato finale, per quelle che sono le forze in campo, non regalerà alla città un sindaco in grado di portare avanti un’azione di discontinuità come è stato per De Luca a Messina.
E sulle regionali?
Noi siamo ogni giorno più competitivi e sono convinto che i siciliani individueranno in Cateno De Luca, nella squadra che nascerà (spero ci sia anche Dino Giarrusso) e nelle realtà che guardano con interesse al nostro progetto di discontinuità e soprattutto di rinnovamento (non candideremo nessun deputato uscente) tutte le condizioni per una la svolta radicale in Sicilia. Sono fermamente convinto che ci sono condizioni per vincere contro la banda bassotti politica. Colgo lo stesso clima che in piccolo ho vissuto a Messina quando una settimana prima della presentazione delle liste i sondaggi mi davano quarto. Miccichè mi aveva offerto la candidatura come candidato unico del centrodestra e ho rifiutato perché avevo capito che c’erano le condizioni per vincere. Lo dico chiaramente: mi possono solo proporre di diventare il candidato del centrodestra alla Presidenza e dico già da ora, mettendo le mani avanti, che non sono interessato a prestare la mia persona per fare continuare a comandare la Sicilia ai soliti personaggi che la comandano da oltre trent’anni.