CATANIA – I debiti, le assunzioni, i passaggi in Consiglio comunale. Sono state alcuni degli argomenti affrontati dall’amministrazione comunale, convocata a Palermo per l’audizione alla Corte dei conti, dopo la relazione pesantissima che i giudici palermitani avevano inviato alla fine di marzo, nella quale evidenziavano profili di criticità elevata, come l’aumento del disavanzo, passato da 140 milioni di euro a 580 milioni di euro, “l’incertezza nella rappresentazione effettiva dei debiti da ripianare che si sono rilevati sottostimati sia nel piano di riequilibrio pluriennale sia in quell’oggetto di rimodulazione”, “assenza di trasparenza e veridicità del piano di riequilibrio in esame”, le partecipate, gli accordi con i creditori e tanti altri elementi, evidenze di una situazione “patologica”.
A rispondere alle richieste di chiarimento della Corte dei conti, ieri mattina, oltre al sindaco Bianco, anche la Ragioniera generale Clara Leonardi, seduta a Palazzo dei Chierici dopo il provvedimento che ha colpito il titolare della Ragioneria, Massimo Rosso, coinvolto nell’inchiesta Garbage affair, e dopo il rinvio a giudizio del sostituto ad internim, Paolo Italia, e il segretario Generale di Palazzo degli Elefanti, Antonella Liotta.
È lei ad assicurare ai giudici contabili, ad esempio, il corretto procedimento di passaggio in consiglio comunale di alcune delibere relative ai debiti fuori bilancio e alcune anomalie relative agli stessi. “Sembra che ci sia – afferma uno dei magistrati – un’inversione proccedimentale nel riconoscimento, visto che ad esempio abbiamo un pagamento e poi dopo l’intervento del consiglio comunale”.
“Tutti i debiti pagati con il Dl 35 – spiega la Liotta – sono supportati da preventiva delibera di consiglio comunale. La ragioniera faceva riferimento a una serie di debiti che risultavano spalmati nel piano di riequilibrio per ricondurli a competenza, ma che di fatto, in parte erano già stati pagati, prima del 2005, se ricordo bene, per evitare ulteriore aggravamento di interessi. Ma non era stata ricondotta a bilancio. Una parte viene ricondotta con il Piano di riequilibrio – continua – una fattispecie diversa, ma comunque tutto ciò che il comune ha pagato con il Dl 35 è supportato da preventiva deliberazione del consiglio comunale”. “Le delibere sono indicate – aggiunge la Leonardi – e si può vedere che c’è il pagamento e il riconoscimento. Per questo nella tabella da riconoscere abbiamo solo 3 milioni”.
In ogni caso, la Liotta assicura: “Il redigendo conto consuntivo 2017, che abbiamo redatto in contemporanea alle memorie, per fare in modo che quanto rappresentato venisse contemporaneamente declinato in misure correttive – dice il segretario generale – darà piena ragione di quanto rappresentato”.
I giudici pongono domande anche sull’assunzione di parte dei Puc, i lavoratori precari storici del Comune di Catania, di fronte al blocco e alla necessità di pagamento della massa debitoria.”In sede di deferimento – afferma il magistrato contabile – si dava atto dell’avvio nel 2016 della procedura di stabilizzazione di 183 unità di personale precario che ha portato all’immissione in organico di 53 unità di Puc nel 2017. Voi, nelle vostre memorie, ci fate un excursus di debiti fuori bilancio da finanziare e da pagare alle varie date. Come si consiclia questo, con il blocco della sesa che avete , con l’assunzione di nuovo personale in organico a carico dell’Ente?” – domanda.
“Vorrei precisare – risponde la Liotta – il Comune l’ha iniziata con la normativa del 2013. Proprio perché siamo in Piano di riequilibrio sottoponiamo tutti gli atti relativi al piano di fabbisogno alla Cosfel, rappresentiamo pure la situazione economico finanziaria.. Parecchia di questa stabilizzazione – precisa – è coperta da fondi regionali perché non abbiamo stabilizzato a tempo pieno con somme a carico del bilancio comunale, ma abbiamo la copertura per quelle ore con il contributo regionale. Tanto è vero – continua – che, quando è stata emanata la normativa del 2017, che consentiva con contributo a carico (le assunzioni n.d.r.), noi abbiamo riconvertito tutta la procedura, alla luce della nuova normativa. Per cui, allo stato – conclude – il carico finanziario dell’ente locale sui Puc è esattamente quella quota che aveva quando il personale era a tempo indeterminato”.