Degrado alla zona industriale |Confindustria: "Siamo all'anno zero" - Live Sicilia

Degrado alla zona industriale |Confindustria: “Siamo all’anno zero”

In un contesto simile, attrarre nuovi investimenti sembra una chimera. E i finanziamenti del Patto per Catania sono ancora fermi al palo.

la denuncia
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CATANIA – Incuria e degrado: la fotografia della zona industriale. Gli incendi sono soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la fotografia dell’Etna Valley è più che sbiadita. “Siamo all’anno zero”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Domenico Bonaccorsi di Reburdone durante una conferenza stampa organizzata stamattina alla presenza di vari industriali catanesi. Sul banco degli imputati ci sono l’Irsap e il Comune di Catania. “Ci ritroviamo dopo tante promesse ancora a parlare negativamente dello stato della zona industriale”, ha detto il vicepresidente vicario di Confindustria Antonello Biriaco. E non potrebbe essere diversamente, considerando che non ci sono notizie degli undici milioni previsti dal “Patto per Catania” stipulato poche settimane fa con il governo nazionale.

I progetti mirati alla riqualificazione delle strade e dell’illuminazione della zona industriale sono fermi al palo. “Vanno resi operativi e dovevano già essere messi a gara”, denuncia Biriaco. “Non abbiamo nessuna interlocuzione con il commissario dell’Irsap e il Comune non ci fornisce risposte di alcun tipo”, spiega Biriaco. Lo stato dell’arte della zona industriale non è confortante: gli imprenditori investono somme da capogiro per salvaguardare la sicurezza dei propri dipendenti all’interno degli stabilimenti, ma si trovano a operare in un contesto esterno (definito da “terzo mondo” dalla manager di Zoetis, Licia Sciacca) caratterizzato da buche, strade pericolose senza contare gli allagamenti in caso di pioggia e il proliferare di incendi.

In un contesto simile, attrarre nuovi investimenti sembra una chimera. “I taxi dell’aeroporto non vogliono più venire alla zona industriale perché hanno danni da cinquecento euro a colpo” a causa delle strade dissestate”, denuncia la presidente di Sibeg Coca-Cola Maria Cristina Busi. L’amministratore di StM, Francesco Caizzone, denuncia la presenza di un forte “gap infrastrutturale”. Un fatto che diventa un deterrente per chi vorrebbe investire e una forma di disagio per lavoratori e manager che potrebbe tradursi con ingenti perdite di denaro. Ma anche “problemi per l’apparato produttivo delle aziende”, come ricorda il direttore di Confindustria, Fabrizio Casicci. Il resto è cronaca di tutti i giorni come dimostra l’incendio al capannone che nel mese di giugno ha risparmiato la StM per un caso fortuito: la direzione del vento. Le cose potevano andare diversamente con conseguenze di non poco conto per la sicurezza dei lavoratori e dello stabilimento.

 


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