Lui è il carnefice che avrebbe vissuto una relazione che c’era soltanto nella sua testa. Che si sarebbe costruito un mondo e che avrebbe cominciato ad odiare chi glielo negava, fino ad arrivare alle minacce. E che, infine, avrebbe ucciso, da reo confesso, l’uomo che, secondo le sue convinzioni, gli impediva di coronare il suo sogno d’amore. Per difendersi, sostiene sempre colui che ha sparato. L’altro è la vittima, che stava tornando a casa e che non c’è mai arrivato, freddato in via Matera, a Brancaccio. Così stiamo raccontando, secondo quello che è emerso fin qui, la storia di un presunto assassino di vent’anni, Alessandro Sammarco (nella foto), e di un morto ammazzato di 46 anni, Natale Caravello.
Questa è la cronaca in aggiornamento. Ma ci sono altre vie, altre suggestioni, per esempio, sui social, che permettono di intravvedere, forse, un contesto. Sammarco ha una parentela ingombrante, è nipote del boss Giuseppe Bronte. Sulla sua bacheca Facebook spiccano due immagini datate nel tempo, di sette anni fa. La prima, la più antica, è una foto di Totò Riina, il sanguinario capomafia di Corleone. La didascalia recita: “Buona serata a tutti gli amici. Tranne infami, pentiti e pedofili”. La seconda mostra due polsi ammanettati. La didascalia: “Un saluto e un abbraccio per un amico o un parente detenuto”. Sammarco, a corredo, scrive: “Buon natale zio a presto ti voglio bene”. Molti particolari nella sua confessione andranno vagliati con cura e ci sono aspetti che non convincono gli inquirenti.
Nel profilo di Alessandro Sammarco si vedono anche le cose consuete dei ventenni. Appare un giovane che si è lasciato crescere la barba e prima ancora un ragazzino appassionato di calcio che via via sembra avere perso la leggerezza del sorriso, per assumere pose più ‘da grande’. C’è uno scatto festoso che ritrae il giorno della promozione a scuola. C’è il pallone e ci sono gli amici. Ma si va a sbattere contro il ghigno di Totò Riina, primatista della ferocia.
Dall’altra parte c’è una famiglia distrutta dalla violenza che ha tenuto a precisare l’insussistenza di una relazione amorosa tra Sammarco e la figlia di Caravello. Lo ha fatto, prima con una telefonata a LiveSicilia, infine con un post su Facebook dell’altra figlia della vittima: “Vorrei che condivideste la verità su mio padre!!! Mia sorella NON era FIDANZATA con l’assassino di mio padre! Il ragazzo era ossessionato da lei a tal punto di stalkerizzarla, minacciarla, intimidirla , minacciarla di morte se non si fosse fidanzata con lui, mia sorella lo ha SEMPRE RIFIUTATO ed è stato questo a far scaturire la gelosia di questo individuo! Perché nel suo cervello se non era sua non doveva essere di nessun altro!“.