PALERMO – È fissata per domani mattina l’udienza del Tribunale di sorveglianza di Roma che dovrà decidere sulla scarcerazione per motivi umanitari di Marcello Dell’Utri. Il 7 dicembre scorso lo stesso tribunale aveva rigettato la richiesta di sospensione della pena, cui si era opposto il pg contro il parere degli stessi consulenti della Procura generale che si erano espressi per la incompatibilità tra le condizioni cliniche e lo stato detentivo. Lo stessi Dell’Utri, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia dove sta scontando una pena a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, e i suoi difensori, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi, hanno chiesto che l’udienza sia pubblica. L’ex senatore è affetto da una cardiopatia e una forma di diabete grave. A luglio scorso gli è stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata.
“Ci auguriamo che finalmente sia riconosciuto a Marcello Dell’Utri il diritto di curarsi e che quindi gli sia concesso di uscire dal carcere visto che e’ provato che le strutture carcerarie non sono in grado di garantirgli questo che e’ un diritto primordiale, cioe’ il diritto alla vita”. Lo scrive il deputato di Civica popolare Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera dei deputati, in vista dell’udienza.
“piantonato h24, in una stanza illuminata anche di notte, dove non può aprire la finestra” . Eppure i giudici affermano che la “Detenzione non lede diritti umani”. Forse, in via teorica, e si ripete forse, ‘la detenzione non lede i diritti umani’. Nella pratica, invece, è tutta un’altra cosa. Tant’è vero che, un giorno sì e l’altro pure, questo o quel detenuto, a causa della cella troppo piccola, viene risarcito e a volte ne viene ordinato, dal giudice di sorveglianza, anche una scarcerazione anticipata. Luce accesa notte e giorno, invece, è un classico metodo di tortura tra gli umani. Il resto è accanimento ideologico.