ROMA – “Mangano? Per me è ancora un eroe, il mio eroe, e lo dirò sempre”. Così Marcello Dell’Utri a La Zanzara su Radio 24. “Quando Mangano era in galera malato – prosegue Dell’Utri – e gli chiedevano di dire qualcosa su di me e Berlusconi promettendogli che la sera sarebbe tornato a casa, lui rispose che non aveva niente da dire: chi mai avrebbe fatto una cosa del genere?” . “Metterei una sua foto in casa, per forza, perché gli sono grato. Come si fa a non dirlo, non posso negare questa cosa e mai la negherò”.
“Le motivazioni della Corte d’Appello? Lo stomaco si ritorce, ma ormai sono allenato da vent’anni altrimenti non ci sarei più perché queste cose ti portano sottoterra. Io sopporto ogni cosa, e come diceva un mio amico meglio in tribunale che in ospedale – continua -. Io non so cosa abbiano in testa questi giudici di Palermo, ma hanno costruito un romanzo criminale che è difficile da smontare perché mettendo insieme cose vere e costruite si può creare di tutto. E’ una specie di caccia alle streghe ma l’impressione è che abbiano rimescolato gli stessi elementi della prima sentenza di appello che la Cassazione aveva ritenuto poco convincenti sostenendo che c’è un imputato senza l’imputazione, come un mazzo di fiori senza un vaso con l’acqua”.