CATANIA – Referendum abrogativo sulle trivellazioni in mare del prossimo 17 aprile e lo stralcio dalla Legge Cirinnà sulle unioni civili della cosiddetta stepchild adoption. Sono questi i temi affrontati ieri dai soci Demosì, l’associazione dei democratici siciliani, nata lo scorso dicembre e presieduta dall’assessore al Welfare Angelo Villari che spiega il motivo per il quale, sul tema dei diritti civili e del referendum, l’associazione intende scostarsi da quanto indicato dal presidente Renzi che ha invitato all’astensione. Un sorpasso a sinistra, da parte del movimento di cui fanno parte anche la deputata regionale Concetta Raia e quella nazionale, Luisa Albanella, per ribadire alcuni concetti chiave, come spiega lo stesso Villari.
Un invito al voto, sebbene il premier abbia indicato altro.
Sì. Lancio un appello perché si vada a votare.Non si può svilire lo spirito referendario, snobbare uno dei pochi strumenti di democrazia diretta previsti dal nostro sistema. Votare è un diritto e un dovere. Noi non contestiamo la linea tracciata a livello nazionale, ma siamo convinti che i cittadini e le associazioni debbano essere liberi di esprimersi.
E invece la tendenza sembra quella del non voto.
Chi si appella al non voto fa un errore. In una fase politica come questa, in cui la partecipazione è debole, lanciare questo appello è un errore che potrebbe peggiorare la già critica situazione. Bisogna avere il diritto di scegliere ma anche il coraggio di decidere.
Non c’entra la difesa del referendum in quanto tale, parte del Dna della storia della sinistra?
Al netto del fatto che il popolo di sinistra abbia sempre considerato importante lo strumento referendario, che è una tradizione che noi sosteniamo con forza, mi preme contrastare la disaffezione alla politica e alla partecipazione. Votare significa restituire la decisione alla base. E’ una scelta di responsabilità. Io voterò sì ma non è questo l’importante. Andare a votare lo è.
Referendum ma anche diritti civili. Avete una posizione anche sulla Cirinnà?
I diritti civili sono nel Dna del nostro movimento che è laico e pensiamo che lo Stato debba essere laico e non condizionato. Per questo, torneremo sulla Cirinnà. Quello che è stato fatto è un primo passo, ma ora occorre il secondo e il terzo.
Quali?
Il primo, sicuramente, che vi siano progressi anche sulle adozioni e sulla possibilità di adottare il figlio naturale del compagno o compagna in caso di premorienza, il che traduce la norma semplicemente in una tutale garantita ai diritti successori, di assistenza, del sostentamento agli studi, la sanità. A nostro avviso il partito democratico deve far sua, con ancora più forza e determinazione, questa battaglia di civiltà.
Un aspetto su cui si sofferma anche la deputata regionale Concetta Raia. “La politica deve occuparsi dei diritti. Questo è alla base della democrazia. Bene ha fatto il governo ad adottare la prima parte, ma ora dobbiamo procedere con gli altri aspetti, attraverso inziative legislative. Non possiamo farci superare dai magistrati.