Una palazzina qualunque, quella di Calatafimi, che da un paio di giorni ospitava Domenico Raccuglia, il superlatitante arrestato ieri pomeriggio dalla ‘catturandi’ della squadra mobile di Palermo. Ora l’immobile è sigillato e controllato a vista, 24 ore su 24, dalla polizia. Due piani e una sorta di mansarda con una finestrella che affacciava sulla strada, via Cassabino, a Calatafimi. Era proprio lì che si trovava Raccuglia quando la polizia ha dato il via all’operazione.
Visto dall’interno il covo di Raccuglia è una comune abitazione, niente a che fare con il covo di Montagna dei cavalli, a Corleone, dove fu preso Bernardo Provenzano. E niente come il vasto ambiente – ma vuoto, disabitato – di Giardinello dove hanno trovato le manette Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Una casa viva, abitata da due coniugi insospettabili, normale anche nel disordine che è stato trovato dentro. Una palazzina che offriva la possibilità di avere una chiara visione di quello che poteva succedere intorno. Un balcone, nel retro del prospetto, utile a “guardarsi attorno”. E anche una via di fuga. Dell’immobile fa parte anche un giardino. Un ambiente dove è impegnata la polizia scientifica alla ricerca di tracce che possano allargare il raggio delle indagini.