CATANIA – Un cambio di passo. Una presa di posizione precisa e determinata sulle devianze giovanili con un protocollo d’intesa che mette nero su bianco azioni che fino adesso erano rimaste parole e promesse. Poi rimaste inattese. Oggi, alla Prefettura di Catania, è stato siglato un innovativo accordo tra le istituzioni (giudiziarie e locali) e le tre diocesi della provincia etnea (Catania, Acireale e Caltagirone) “che si propone di favorire la cura delle esigenze educative e di inserimento sociale dei ragazzi”. E tra gli obiettivi inoltre c’è quello di “assicurare la piena attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni o dei giovani adulti destinatari di provvedimenti giudiziari”.
È ancora forte il ricordo del blitz delle 12 piazze di spaccio di San Giovanni Galermo con quelle immagini dei colpi di kalashinkov davanti agli occhi innocenti e inconsapevoli di alcuni bimbi del quartiere. Un filmato che ha acceso l’emergenza di un intervento dal punto di vista sociale e di prevenzione. Perché la repressione, da sola, non era più sufficiente.
E così seguendo la scia della precedente collaborazione tra il Prefetto Claudio Sammartino e il Presidente del Tribunale per i Minorenni Roberto Di Bella in Calabria che si è concretizzato nel progetto “Liberi di Scegliere” è nato questo accordo. Sarà inoltre costituito un Osservatorio metropolitano di coordinamento e monitoraggio – coordinato dalla Prefettura – per pianificare le strategie nei quartieri “più a rischio” del territorio della Città Metropolitana. Prima di individuare le azioni si procederà a “mappare” le zone e i quartieri della Città “individuando le aree maggiormente esposte”. Inoltre saranno fornite “valutazioni alle Autorità” allo scopo di promuovere “interventi e iniziative di carattere infrastrutturale, culturale e di inclusione sociale”.
“E’ il migliore modo per attuare il secondo comma dell’articolo tre della Costituzione” che prevede che è compito della Repubblica “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” che “impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Queste le parole del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, durante la conferenza stampa in streaming. Il magistrato ha evidenziaro l’importanza del “circuito comunicativo che si è creato” tra gli istituti coinvolti nella “prevenzione e nel recupero” di minorenni per identificare “sistemi di criticità” per i ragazzi che “non dobbiamo dare per ‘persi'”. Questo accordo permetterà di intervenire – ha detto ancora Zuccaro – nei casi in cui “ci sono genitori, o di uno solo, coinvolti in reati non episodici” o se “appartengono alla criminalità organizzata” con figli minorenni che “possono trovarsi soli o in condizione di devianza”. Ma anche nei casi in cui “i minorenni sono coinvolti nelle attività criminali dei genitori che così ‘bruciano’ il loro futuro”. Il procuratore non ha dimenticato i “figli dei collaboratori di giustizia che si trovano a vivere con un familiare che non ha condiviso la scelta di rompere con il passato”.
L’accordo ha come fine ultimo quello di “alimentare la speranza di un rinnovamento culturale e sociale dei giovani soprattutto di quelli meno fortunati. Un passo in più, nella certezza che l’attenzione dedicata alla questione minorile è cruciale per prosciugare quel bacino che alimenta il modello e, soprattutto, il “mito” mafioso”.
La conferenza stampa di oggi è stata anche un modo per salutare e ringraziare il prefetto Claudio Sammartino che tra pochi giorni andrà in quiescenza.