RAGUSA – “Chi ci vuole morti, ci troverà sempre in piedi a combattere sino all’ultimo minuto”. Luigi Di Maio chiude così il suo intervento alla Camera di commercio di Ragusa. “In 18 mesi – ha aggiunto – abbiamo fatto leggi di grande portata come il carcere per i grandi evasori, ma qualcuno vuole trasformarci come il male di questo Paese. Noi ci saremo sino alla fine. Purtroppo, nell’inseguire gli obiettivi abbiamo perso il contatto con la gente. Non a caso sono qui: vogliamo recuperare il rapporto privilegiato con la cittadinanza”.
I vitalizi
“Forza Italia e la Lega – continua – stavano preparando un blitz al Senato per riprendersi i vitalizi. Siamo riusciti a scongiurarlo con le dimissioni dall’organismo di una nostra senatrice, Elvira Evangelista. Ora l’iter passa alla Camera dove abbiamo la maggioranza e lì difficilmente il blitz andrà a segno. I privilegi che abbiamo tagliato – aggiunge – stavano rientrando dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta principale. Ma ci vuole anche la collaborazione delle Regioni. Sicilia e Trentino finora non hanno tagliato i vitalizi ai loro deputati, bisogna spingere per farlo perché altrimenti la Sicilia avrà 70 milioni in meno nel suo bilancio”.
I grandi evasori
“Per anni – ha proseguito Di Maio – non si sono perseguiti i grandi evasori. E’ arrivato il momento che vadano in galera. In Italia sono solo 130 i detenuti per reati finanziari, a fronte di un’evasione di 100 miliardi di euro – ha aggiunto – Così quando abbiamo fatto il decreto fiscale abbiamo preteso di fissare la galera per chi emette fatture false oltre 100 milioni. Non si vogliono colpire i piccoli evasori ma gli intoccabili che hanno lucrato alle spalle dei poveri cittadini”.
Sanità, le Regioni non sceglieranno i manager
“Da gennaio toglieremo alle regioni la titolarità delle nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere”. L’ha detto Luigi Di Maio parlando a Ragusa agli attivisti del M5S. “La sanità si cambia anche così – ha aggiunto -, togliendo poteri di nomina ai governatori che ne fanno un uso politico e strumentale”.