Di Matteo alla Dna di Roma | Il trasferimento potrebbe slittare - Live Sicilia

Di Matteo alla Dna di Roma | Il trasferimento potrebbe slittare

Francesco Lo Voi

Il procuratore Francesco Lo Voi ha chiesto al ministero il "post possesso" del nuovo incarico.

PALERMO – Il pubblico ministero Antonino Di Matteo potrebbe restare a Palermo per altri sei mesi, nonostante abbia già vinto il concorso per sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia di Roma. È stato il capo della procura palermitana, Francesco Lo Voi, a chiedere al ministero di Grazia e giustizia il cosiddetto “post possesso” del nuovo incarico. In pratica, sarebbe posticipata la sua partenza per la Capitale in modo da consentire a Di Matteo di proseguire, e forse concludere, i suoi impegni palermitani: dal processo sulla Trattativa Stato-mafia alle indagini ancora in corso gestite dal pm. Compresa la nuova pista nera sui presunti accordi fra boss e rappresentanti istituzionali durante la stagione delle stragi. E compresi pure i processi ordinari che, a dire di Di Matteo, non gli avrebbero consentito di occuparsi a tempo pieno delle inchieste di Lo Voi.

La richiesta di Lo Voi farebbe venire meno, al momento, la necessità da parte di Di Matteo di chiedere l’applicazione al processo in corso davanti alla Corte di assise. Proprio ieri Livesicilia ha raccontato della e mail con cui Lo Voi ha invitato i pm dell’ufficio che si occupano di reati minori a non sentirsi sottovalutati rispetto a chi segue processi che garantiscono una ” effimera notorietà”. Non esistono magistrati di serie A e di serie B. Una risposta quella del procuratore, seppure indiretta, rivolta proprio a Di Matteo che si era detto costretto a lasciare Palermo per via dei tanti processi per reati minori che gli sono stati affidati e che gli avrebbero impedito di concentrarsi su delicate indagini antimafia.

Secondo Lo Voi fare, in caso di applicazione, fare la spola Roma-Palermo avrebbe comportato rischi per il pm minacciato di morte e super protetto. Di Matteo potrebbe restare a Palermo per altri sei mesi. Solo che si dovrebbe occupare non solo della Trattativa, ma anche dei processi minori e non graditi. Ecco perché la richiesta di posticipare la partenza per Roma apparentemente risolve in un solo colpo tutte le questioni, ma sostanzialmente conferma lo strappo fra il capo dell’ufficio e il pm.


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