Falso ideologico del pubblico ufficiale. La procura di Catania indaga sul dottor Giuseppe D’Arrigo che diagnosticò un aneurisma all’aorta a Raffaele Lombardo cinque giorni dopo l’indiscrezione, poi smentita, del possibile arresto. Nel frattempo il manager Francesco Poli, minaccia di licenziare il primario che aveva sollevato il caso.
Sino al due novembre 2011, giorno della nomina del nuovo procuratore capo di Catania Giovanni Salvi, il fascicolo aperto in seguito all’esposto presentato dal primario dell’ospedale Cannizzaro Alberto Lomeo, è rimasto a carico d’ignoti. Attenzione, il 13 luglio del 2010 il primario del Cannizzaro Lomeo non aveva denunciato il collega D’Arrigo, ma semplicemente comunicato a quattro pm della procura di Catania di ritenere non corrispondente “alle effettive condizioni del paziente” la diagnosi di “aneurisma all’aorta” che il 17 maggio 2010 era stata attribuita a Raffaele Lombardo. Su queste basi, Lomeo, da primario, si era rifiutato di firmare la cartella.
La marcia di Raffaele Lombardo passa anche da quel 17 maggio, quando sarebbe stato sottoposto a numerosi esami, dopo o durante i quali, avrebbe preso l’aereo per volare a Roma e presenziare in diretta come ospite de “L’Infedele” di Gad Lerner. Cinque giorni prima, il 12 maggio, “Repubblica” aveva diffuso la notizia, poi smentita, del suo possibile arresto, ma quattro mesi prima la stessa aorta presidenziale era risultata nei limiti del normale. Stessa diagnosi ripetuta qualche mese addietro: Raffaele Lombardo sta benissimo.
Adesso però, con il Capodanno alle porte, il manager Francesco Poli, uomo di fiducia di Raffaele Lombardo e di Massimo Russo, avrebbe promesso al primario Alberto Lomeo di concludere la procedura del suo licenziamento entro il 30 dicembre.
Da mettere sul conto, per i botti di fine anno, ci sono anche le carte sequestrate nell’ospedale Cannizzaro, sulle quali, da oltre un anno, indaga la Procura, e i verbali delle dichiarazioni rese in sede d’interrogatorio da Albero Lomeo e altri dottori col camice bianco e il tesserino dell’ospedale Cannizzaro. La stessa struttura in cui Angelo Lombardo entrò con una diagnosi di ipertensione ed uscì con la radiografia della spalla destra.
Al momento però non bisogna giungere a conclusioni affrettate, il dottor d’Arrigo ha sempre sottolineato di aver agito nel rispetto dei protocolli e delle procedure, la parola adesso passa alla magistratura.