Differenziata tra luci e ombre| Rap: arriva il nuovo porta a porta - Live Sicilia

Differenziata tra luci e ombre| Rap: arriva il nuovo porta a porta

Le campane vengono svuotate ogni 15 giorni e i mezzi sono pochi e mal ridotti. Marino: "Ne stiamo comprando di nuovi e la Regione sta firmando i contratti per Palermo differenzia 2".

PALERMO – Seconda fase del “porta a porta” in ritardo ma in procinto di partire, una percentuale ancora troppo bassa e campane svuotate ogni 15 giorni anche per i mezzi rotti. In compenso la raccolta di prossimità, in sperimentazione a Borgo Nuovo, comincia a dare segnali positivi. E’ un bilancio in chiaroscuro quello della differenziata a Palermo, croce e delizia di una città ancora lontana dalle medie nazionali ma che, con la nuova Rap, il Comune tra provando a trasformare in un’opportunità.

Nel frattempo, però, il servizio per alcuni versi lascia a desiderare. “Qualche giorno fa ho fatto un po’ d’ordine a casa e ho accumulato due grossi sacchi di vecchi giornali – scrive Antonio alla nostra redazione – pensavo fosse giusto gettarli nella campana per riciclarli, sarebbe stato un peccato buttarli nel solito cassonetto. Il problema è che, in zona Oreto Nuova, le campane sono pochissime e per giunta stracolme, evidentemente non svuotate da tempo. Sono stato costretto a buttare tutto nell’indifferenziato, un vero peccato. Così il Comune non ci aiuta”.

Ma come funziona la raccolta differenziata a Palermo? C’è una zona già servita dal porta a porta, che va da via Belgio a viale del Fante, da via Dante a viale Regione siciliana, e comprende circa 130mila abitanti; c’è Borgo Nuovo, dove in via sperimentale è partita la raccolta di prossimità che è una via di mezzo tra il porta a porta e il servizio tradizionale e che copre 13.375 abitanti; infine il resto della città, servito con le classiche campane. Il Comune ha da tempo annunciato l’avvio della seconda fase del porta a porta, che dovrebbe comprendere altri 130mila cittadini tra centro storico, Brancaccio, Politeama, Strasburgo e Borgo Vecchio, ma che sarebbe dovuta partire un anno fa e ancora è ferma ai box. “E’ la Regione che governa questo processo – dice il presidente della Rap, Sergio Marino – da quanto sappiamo, le forniture sono state aggiudicate e i contratti stanno per essere firmati. Il primo step sarà Strasburgo. Si sta anche definendo con il Conai una campagna di comunicazione”.

La percentuale di raccolta differenziata, nel capoluogo, negli ultimi anni è addirittura scesa passando dal 10,6% del 2012 al 7,7 del 2013 secondo i dati dell’annuario statistico del Comune. “La variazione riguarda la fase di transizione tra Amia e Rap che, come è noto, ha causato diverse difficoltà operative”, spiegano dall’azienda, ma ad incidere sono stati anche i mezzi vecchi e spesso rotti e le varie emergenze rifiuti. Nel 2014, secondo i dati Ispra, si è risalita la china arrivando al 9,2, che colloca il capoluogo solo al sesto posto in Sicilia: Trapani è al 25%, Catania al 18. “Il nuovo piano industriale – continuano dall’azienda – ha creato le premesse nel 2014 per sviluppare la raccolta differenziata da quest’anno con l’avvio del porta a porta per altri 130.000 abitanti e la sperimentazione della raccolta di prossimità. Stiamo anche sviluppando la possibilità di realizzare isole ecologiche aperte ai cittadini”. Isole ecologiche che dovrebbero permettere tramite card di pesare i rifiuti e avere anche uno sconto sulla Tari, ma per il momento non ce n’è ancora traccia.

Altro problema è lo svuotamento delle tradizionali campane (sempre di meno) che, secondo quanto rende noto l’azienda, “è quindicinale e spesso insufficiente, ma si sta lavorando per trasformare questo sistema nel sistema di prossimità che prevede svuotamenti settimanali e un maggior numero di contenitori”. L’azienda impiega ogni giorno, su tre turni, 50 mezzi pesanti e 30 leggeri, oltre a 250 addetti (compreso il porta a porta) che però, evidentemente, non bastano a svuotare la classifiche campane con più frequenza visti anche i mezzi rotti. Le cose vanno meglio nell’area del porta a porta, dove, a dicembre scorso, il 57% dei rifiuti è stato conferito mediante differenziata; a Borgo Nuovo la percentuale arriva al 45 che, considerato l’avvio della sperimentazione e i tempi fisiologici per abituare gli abitanti, non rappresenta un dato negativo. “I disservizi sono causati dal ritardo dello svuotamento – spiega Marino – e dal fatto che abbiamo pochi mezzi e mal ridotti. Ma a volte capita anche che le campane siano piene di rifiuti urbani. Presto acquisteremo nuovi mezzi”.

E dire che la differenziata, per i palermitani, dovrebbe essere un affare: portare una tonnellata di rifiuti a Bellolampo costa 80 euro, mentre una tonnellata di materiale riciclabile permette a Rap addirittura di incassare: una tonnellata di plastica permette ricavi per 200 euro. Ma dove va a finire il materiale da riciclare? Non in discarica, ma presso le piattaforme come quelle convenzionate con il Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, che però in città sono solo quattro. “L’obiettivo è arrivare al 50% della differenziata – conclude Marino – ma serve anche una adeguata campagna informativa e il controllo del territorio ad opera dei vigili urbani e delle guardie ambientali, altrimenti non potremo mai farcela”.


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