Da pannolini usati a casse acustiche, a Bellolampo innovativo impianto

Da pannolini usati… a casse acustiche, a Bellolampo l’innovativo impianto

Tramontata l’ipotesi di Bagheria, via libera al progetto

PALERMO – Trasformare pannolini, pannoloni e assorbenti in cellulosa, plastica, acqua e materiale fonoassorbente da rivendere per realizzare perfino pavimenti e casse acustiche. E’ arrivato il decreto di finanziamento per realizzare in provincia di Palermo un innovativo impianto che consentirà di riciclare al 100% pannolini e assorbenti che, ad oggi, finiscono nell’indifferenziato ma che potrebbero invece trasformarsi in un’opportunità economica.

Addio a Bagheria, sorgerà a Bellolampo

In Italia al momento esiste solo una struttura di questo tipo. Si trova a Treviso e il Pnrr ne ha previste altri dieci, di cui due in Sicilia (i primi al Sud) da attivare entro il 2026: una a Palermo e l’altra a Messina. Il progetto è della Srr area metropolitana. In un primo momento era stata individuata Bagheria come sede ma non ci sarebbero aree disponibili fra quelle pubbliche, né il Pnrr prevede somme per espropri. “Bellolampo è un sito facilmente raggiungibile e già dotato dei presidi ambientali, inoltre vi sono già altri impianti che potranno interagire col nuovo”, spiega il presidente della Srr Natale Tubiolo. “Su Bagheria ci sono state delle difficoltà di carattere tecnico – aggiunge – e quindi abbiamo optato per Bellolampo che deve diventare un polo industriale e ha le carte in regola per essere un punto di riferimento per tutta la Sicilia occidentale”. Le riunioni operative sono in corso e anche gli ultimi ostacoli demaniali saranno presto superati.

Materie da rivendere

Ma perché realizzare un impianto del genere? Chiunque accudisca un bambino sa quanti pannolini si buttano quotidianamente e al momento finiscono tutti nell’indifferenziato. Con questi anche i pannoloni usati da chi è più anziano e gli assorbenti. Basti pensare che, messi insieme, rappresentano il 3-4% di tutti i rifiuti prodotti e, se si prende in considerazione solo quello che non si può riciclare, la percentuale sale oltre il 15%.

Questi prodotti, infatti, al momento finiscono nella frazione non riutilizzabile e quindi in discarica. Grazie al nuovo impianto, però, avranno nuova vita. Lalimentazione energetica sarà garantita dal biogas prodotto dalle vasche esaurite di Bellolampo. Dai pannolini e assorbenti si ricaverà acqua da usare per il sito oltre a cellulosa (cioè carta), plastica di altissima qualità, visto che viene usata per stare a contatto con la pelle dei bambini, ed elementi assorbenti. Si tratta di quei polimeri usati come imbottitura dei pannolini e che hanno la proprietà di attutire i rumori. Per questo, infatti, sono ricercatissimi per l’edilizia o la costruzione di casse acustiche. A conti fatti, da una tonnellata di rifiuti si otterranno 75 chilogrammi di plastica e 225 di cellulosa, oltre a produrre meno anidride carbonica.

I comuni coinvolti

L’impianto è stato progettato per coprire l’intera Srr. Interessati i comuni di Altofonte, Balestrate, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Capaci, Carini, Casteldaccia, Cinisi, Ficarazzi, Giardinello, Isola delle Femmine, Montelepre, Palermo, Santa Flavia, Terrasini, Torretta, Trappeto, Ustica e Villabate, per un totale di oltre un milione di abitanti. Un’area che però potrebbe estendersi ulteriormente, aggiungendo alcuni moduli.

Un progetto da 10 milioni

Il progetto della Srr vale 10 milioni di euro e ha già ottenuto il decreto di finanziamento. I lavori di realizzazione dureranno un anno, a cui va aggiunto l’iter di autorizzazione. Questo solitamente va dai 12 ai 18 mesi anche se, trattandosi di un impianto di nuova generazione, i tempi potrebbero allungarsi. Il termine ultimo sarà comunque il 2026 e la Srr dovrà decidere a chi affidarne la gestione. In ballo la Rap o un soggetto tecnico privato, mentre i comuni dovranno occuparsi della raccolta. Questa potrà avvenire tramite convenzioni ad hoc con ospedali e Rsa. Queste strutture avrebbero il vantaggio di non smaltire più i rifiuti come sanitari ma come semplice immondizia che quindi costa meno, oppure con una raccolta specifica al pari di quella che già si fa per gli olii esausti.


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