PALERMO – Saranno sospesi fino a quando rimarranno sottoposti alla misura interdittiva Nino Dina (Udc) e Roberto Clemente (Pid-Cantiere popolare), i due deputati dell’Assemblea regionale siciliana arrestati oggi dalla Guardia di finanza con l’accusa di voto di scambio. Prima però l’Ars dovrà ricevere il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ai due deputati coinvolti nell’indagine subentreranno i primi dei non eletti nelle liste di cui facevano parte Dina e Clemente al momento della candidatura alle regionali del 2012.
Spetta alla Presidenza del consiglio dei ministri emettere il provvedimento di sospensione che poi sarà trasmesso al commissario dello Stato e quindi comunicato alla Presidenza dell’Assemblea regionale per una presa d’atto.
In base alla legge, Dina e Clemente durante la sospensione percepiranno comunque la metà dell’indennità parlamentare, la restante parte sarà appannaggio dei deputati subentranti. Non spetterà ai deputati sospesi invece la diaria esentasse: in pratica riceveranno circa 3.300 euro lordi al mese (invece che 11.100). Dina e Clemente rientreranno all’Ars non appena cesserà la misura cautelare, anche in questo caso la procedura è la stessa di quella della sospensione.
Quando arriverà la sospensione di Palazzo Chigi, a Roberto Clemente subentrerà Marianna Caronia, ex deputato regionale che era stata distanziata di soli 150 voti dal politico palermitano finito oggi ai domiciliari. Per l’Udc, invece, il primo dei non eletti a Palermo è l’imprenditore bagherese Tommaso Gargano. La presidenza della commissione Bilancio, seconda carica dell’Assemblea, con la sospensione di Dina spetterà al vicepresidente Vincenzo Vinciullo.