Il vino, le maschere, il teatro e la filosofia. Da giovedì 13 a sabato 15 settembre a Sambuca di Sicilia, Borgo dei Borghi 2016, va in scena Dionisiaca, un festival dedicato alle arti di Dioniso.
La tre giorni è organizzata da un gruppo di grecisti e filosofi dell’antichità delle Università della Sorbonne di Parigi (Centre Léon Robin de recherches sur la pensée antique Sorbonne Université) e dell’Università federale di Rio de Janeiro (Laboratorio OUSIA Università Federale di Rio de Janeiro), in collaborazione con il Teatro L’Idea di Sambuca di Sicilia, con il sostegno di Karma S.r.l., Di Prima Vini, La Strada del vino Terre Sicane e con il patrocinio del comune di Sambuca.
Interessante, originale e pieno di sorprese il programma del festival che propone la celebrazione del vino attraverso la partecipazione simbolica alla vendemmia accompagnata da una sfilata carnevalesca nei vicoli del vecchio quartiere saraceno di Sambuca, spettacoli teatrali, un convegno scientifico sulle saggezze dionisiache e visite guidate nei siti archeologici di Monte Adranone e Lago Arancio, dove sono tutt’ora visibili le tracce di culti (risalenti al V-III sec. a. C.) per Dioniso e Demetra.
Demetra e Dioniso, sono due divinità antiche, legate ai culti agrari (il grano, pianta sacra a Demetra, e la vigna, pianta sacra a Dioniso), ma anche ad una forma particolare di conoscenza a carattere iniziatico, capace di dare accesso ai segreti della vita e della morte, indissolubilmente legati nei riti eleusini che gli erano dedicati dagli Ateniesi durante l’epoca classica. I riti orfico-dionisiaci invitano le arti della musica, della poesia e del teatro, nei momenti decisivi del ciclo annuale: semina in primavera e raccolto in autunno. Le maschere di carnevale, la musica e la drammaturgia teatrale celebrano le idee più alte del dionisismo: divenire e trasmutazione universale della vita. Tutte le arti sono riunite nel suo più grande evento: la festa e il simposio.
Le saggezze dell’antichità ci portano a riflettere sulle origini della nostra civiltà, sia nel campo della filosofia e delle scienze, sia nelle lettere e nelle arti. L’effetto collaterale della coltivazione dei classici è indirizzato alla promozione e allo sviluppo delle culture.
Gli appuntamenti di Dionisiaca 2018 sono aperti al pubblico in maniera gratuita.
Le sezioni principali della prima edizione del festival Dionisiaca:
Il vino – L’arte di coltivare l’uva, produrre il vino e berlo ritualisticamente è il cuore di Dioniso. L’uva è la più importante maschera vivente di Dioniso, la sua trasformazione in vino è l’espressione spirituale della vita del dio.
Le fasi attraverso cui viene prodotto il vino compongono un processo di trasmutazione che caratterizza il dionisismo in modo distintivo, come lo indica il mito dello sparagmos, lo smembramento, del dio bambino da parte dei Titani, che dà vita all’umanità.
Le maschere e il teatro – La maschera è il simbolo supremo dell’esperienza di saggezza nel Dionisismo. Dioniso è la divinità che si trasmuta e assume diverse personae: immortale e mortale, uomo e animale nella pelle di pantera, aquila, delfino e serpente, vegetale nelle foglie dell’edera e della vite, maschile e femminile ad un tempo. I riti più rappresentativi delle maschere di Dioniso sono il Carnevale e il Teatro.
La filosofia – Dioniso e il dionisimo hanno nutrito la riflessione filosofica degli antichi Greci ma anche dei pensatori moderni che dalla cultura greca hanno tratto gli strumenti per ripensare la modernità, come Nietzsche e in Italia Giorgio Colli.