PALERMO – La Cgil alza il tono dello scontro con l’amministrazione Orlando sulla questione dirigenti. La decisione unilaterale del Comune di tagliare lo stipendio dei burocrati di Palazzo delle Aquile senza passare dal confronto con i sindacati, infatti, ha scatenato prima un vespaio di polemiche e poi una dura presa di posizione da parte degli stessi dirigenti con la proclamazione dello stato di agitazione.
La Cgil, proprio oggi, ha nuovamente scritto al sindaco per chiedere l’attivazione “con somma urgenza delle procedure previste dalla normativa con il conseguente ripristino delle corrette relazioni sindacali”. In caso contrario fra una settimana il sindacato ricorrerà al Giudice del lavoro appellandosi all’articolo 28 dello Statuto, chiedendo così l’intervento del tribunale.
I dirigenti non hanno digerito né la riorganizzazione degli uffici, né il mancato confronto con i sindacati sui criteri, per non parlare della contestazione di non aver pubblicato all’albo pretorio on line alcuni atti preliminari alla delibera. Insomma, il problema non sarebbero i soldi ma il modus operandi. Inoltre la decurtazione del fondo per la contrattazione integrativa, che è all’origine del taglio deciso dal Comune, non è nemmeno stata prorogata dalla Legge di Stabilità per il 2015, il che rende superfluo anche la sforbiciata applicata nel capoluogo. “L’amministrazione non può prendere queste decisioni in modo unilaterale – dice Paola Caselli della Cgil – si tratta di una specifica competenza della contrattazione decentrata. Il confronto ha l’obiettivo primario di migliorare il lavoro e quindi i servizi ai cittadini”.