Dirigenti generali, le "spine" | del presidente Crocetta - Live Sicilia

Dirigenti generali, le “spine” | del presidente Crocetta

Tano Grasso, leader dell'antiracket, non avrebbe i cinque anni di esperienza dirigenziale necessari. Cristina Stimolo va a capo di un dipartimento che l'ha "denunciata" per danno erariale. Anna Rosa Corsello deve ripulire la Formazione, ma pochi anni fa ha lavorato col Ciapi.

Incarichi e polemiche
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PALERMO – Tre spine. Tre questioni da chiarire. Tre possibili complicazioni. Il completamento dell’assetto dei dirigenti generali lascia qualche strascico e qualche zona d’ombra. A far discutere, per motivi diversi, le nomine di Tano Grasso, Maria Cristina Stimolo e la conferma di Anna Rosa Corsello.

Ieri, i primi dubbi sono affiorati da un brevissimo “tweet” del co-coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione che, pur plaudendo alla scelta del nuovo dirigente generale del dipartimento tecnico Tano Grasso, ha chiesto qualche notizia in più sull’esperienza di quest’ultimo nella Pubblica amministrazione. Concetto rincarato a poche ore di distanza dal deputato regionale Salvino Caputo: “Mi chiedo a chi e a cosa serve la nomina di Tano Grasso a Dirigente Generale alla guida di un fantomatico e poco chiaro dipartimento per la verifica degli Appalti Pubblici. Non comprendo – ha aggiunto – quale ruolo possa concretamente svolgere, attesa la sua non competenza in materia di pubbliche amministrazioni, oltre al fatto che si tratta di una duplicazione di funzioni che in questo momento sono svolte da Dirigenti regionali. Siamo in presenza di un tentativo di commissariare la Regione, come se tutti i dipendenti regionali, senza alcuna eccezione siano collusi o destinatari di tangenti”.

Ma i temi sollevati dai due “azzurri” accendono i riflettori anche su aspetti non solo “politici”. Il richiamo all’esperienza maturata nella pubblica amministrazione ha una radice giuridica, legislativa. E lo sa bene, ad esempio, il Segretario generale Patrizia Monterosso. Lei, insieme ad altri cinque dirigenti generali, infatti, un paio di anni fa, furono “cacciati” dai loro posti a causa dell’assenza di alcuni requisiti basilari. Oltre alla congruità tra il titolo di laurea e il compito da svolgere (si discusse molto, allora, della laurea in Filosofia della Monterosso), nelle relazioni allora prodotte dall’attuale presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella e dell’ex Ragioniere generale Enzo Emanuele, veniva più volte sottolineata la necessità di possedere almeno cinque anni di esperienza di dirigente in una pubblica amministrazione. Insomma, la nomina di dirigente generale esterno può andare, stando alla legge Brunetta, a “persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione”, persone che abbiano “svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati […] con esperienza acquisita per almeno un quinquennio in funzioni dirigenziali”, o quantomeno che abbiano “conseguito una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio”. Nel caso di Grasso, il curriculum è certamente corposo e vario. Esperienze politiche (quattro anni in Parlamento col Pds), e soprattutto nell’associazionismo antiracket, oltre a pubblicazioni, saggi, riconoscimenti e premi. Ma nelle dodici pagine di curriculum inviate alla giunta, mancano proprio quei cinque anni di attività dirigenziale. Ciò che più si avvicina, è il ruolo di Commissario straordinario del governo per la lotta al racket, ricoperto tra il 1999 e il 2001 (per 26 mesi). Esperienza alla quale si aggiungono quelle di consulente al Comune di Napoli e Roma, e della Commissione parlamentare antimafia. Titoli che potrebbero non bastare. “Io non so che dirle – dice Grasso a Livesicilia – mi hanno chiesto di mandare il curriculum e l’ho fatto. Non posso mica essere io a decidere”. A dire il vero, su questa nomina si allungherebbero altre ombre, legate all’obbligo di compiere una verifica preventiva delle professionalità presenti all’interno dell’amministrazione. Ma proprio al nostro giornale Grasso ha raccontato: “Ieri – ha detto – Crocetta mi aveva chiesto di inviargli un curriculum, ma non sapevo che mi avrebbero nominato già oggi. Onestamente pensavo di venire in Sicilia con calma”. Insomma, i tempi per compiere quella valutazione dei curricula appaiono strettissimi.

Altro “problemino” agli Affari extraregionali. Un dipartimento, a dire il vero, già coinvolto nelle polemiche pochi giorni fa, quando Crocetta ha diffuso una lettera con la quale si specificava che l’ex direttore, Francesco Attaguile, dimessosi sette mesi fa, “non rappresentava più la Regione”. A capo di quel dipartimento, dopo un breve “interregno” di Antonella Bullara, è stata inviata Maria Cristina Stimolo. Peccato che proprio la dirigente, fino a ieri responsabile dell’Ufficio di Bruxelles abbia in atto un contenzioso proprio con quel dipartimento. La storia, raccontata da Live Sicilia, riguarda la vicenda dei badge segna-presenze di Bruxelles, e la (mancata) installazione di una macchinetta per le rilevazioni. Un “caso” che è finito sul tavolo della Corte dei Conti, per una cifra, tutto sommato, irrisoria: 820 euro pretesi dalla ditta privata giunta a Bruxelles per installare il rilevatore. Ma l’accusa (definia “assurda e ridicola” dalla dirigente Stimolo) è quella di danno erariale. Ed è il frutto anche di una relazione di Salvatore Cardamone, uno dei dipendenti dell’Ufficio affari extraregionali. Proprio quello che la Stimolo andrà a guidare. Occupandosi, quindi, anche dei lavoratori che hanno mosso una causa contro di lei.

Infine, nel caso di Anna Rosa Corsello, la possibile “complicazione” è specificata addirittura nell’ultima pagina del suo curriculum. La dirigente, infatti, è impegnata da alcuni mesi nella massiccia opera di pulizia all’interno della Formazione professionale siciliana. A lei, infatti, Crocetta ha assegnato l’interim dopo l’addio del torinese Ludovico Albert. Ed è lei che ha deciso, ad esempio, il trasferimento di una sessantina di dipendenti dell’assessorato (oltre che di sei dirigenti). Eppure, non tutto il mondo della Formazione, per la dirigente, forse era da azzerare. Se è vero che proprio lei, in passato, ha lavorato con due enti di grosse (e in un caso grossissime) dimensioni. Il Ciapi e l’Assforseo. Nel primo caso, la dirigente, come membro del Comitato tecnico-scientifico ha partecipato ai progetti “Auditor di Accreditamento”, “Infoa” e “Formispe”, mentre all’Assforseo ha partecipato al progetto “Orientamento e Bilancio di competenza”. La Corsello, che precisa di non essere mai stata dipendente di alcun ente di formazione*, ha lavorato in quegli enti tra il 2004 e il 2008. Anni neri per la Formazione siciliana, secondo il nuovo governo.

* La precisazione di Anna Rosa Corsello: “Mai stata dipendente di alcun ente di formazione professionale”


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