Dopo 12 anni, no al risarcimento | La Regione non pagherà 156 milioni - Live Sicilia

Dopo 12 anni, no al risarcimento | La Regione non pagherà 156 milioni

L'odissea di una azienda che si occupa di fotovoltaico. Alla fine, niente soldi. Ecco perché.

PALERMO – Passano 12 anni per la sentenza e alla fine l’impresa non vedrà il risarcimento. La Regione siciliana ha vinto un ricorso che altrimenti sarebbe costato 156 milioni di euro. La società agricola Eco Agri non ha avuto riconosciuto la maxi richiesta di risarcimento avanzata nel 2013 dopo un iter burocratico lungo 5 anni.

Per il Tar Sicilia il risarcimento non è dovuto perché l’impresa oltre a dimostrare la realizzabilità in astratto dell’impianto avrebbe dovuto “dimostrare in concreto la propria capacità di realizzarlo e di metterlo in esercizio tempestivamente”. Queste prove non sarebbero state fornite. Per ottenere l’indennizzo per i danni causati dalle lungaggini della burocrazia siciliana non è necessario solamente provare che la Regione ha reso troppo lunga la procedura. Bisogna pure provare che l’azienda era capace di realizzare l’impianto in tempo per non subire il danno.

Nel 2008, la Eco Agri ha presentato due istanze per ottenere l’autorizzazione unica per realizzare nel Comune di Gela due impianti di produzione di energia elettrica attraverso pannelli fotovoltaici. Le autorizzazioni sono state rilasciate nel febbraio 2011. L’amministrazione regionale ha infatti allungato il procedimento di autorizzazione ritenendo di dovere produrre una valutazione di impatto ambientale sul progetto. Il 27 dicembre 2010 poi però l’Assessorato regionale territorio e ambiente ha comunicato il proprio parere favorevole affermando che la Via non era necessaria.

Nell’aprile 2013, così, la società ha chiesto il risarcimento del danno derivato dal fatto, tra gli altri, che il ritardo avrebbe impedito l’accesso alle tariffe incentivanti in favore di impianti fotovoltaici. Secondo la società dunque se avesse ottenuto l’autorizzazione entro il termine del 10 maggio 2010, gli impianti avrebbero potuto essere installati entro il termine del 31 dicembre 2010 e così l’Eco Agri avrebbe potuto beneficare delle tariffe incentivanti del cd. “secondo conto energia”.

Prima il Tar Sicilia ha ritenuto il ricorso irricevibile. L’impresa ha, però, impugnato la decisione davanti al Cga che a inizio 2018 ha ordinato al Tar di valutare nel merito se il lungo procedimento della Regione ha causato un danno al’impresa. Arriva così la decisione dei giudici amministrativi di qualche giorno fa.

Secondo il Tar la società ricorrente non poteva ragionevolmente riuscire a mettere in funzione gli impianti in poco più di sette mesi. Sarebbero mancati i tempi necessari all’esecuzione dei lavori, dei successivi adempimenti. All’azienda sarebbe mancata inoltre la capacità finanziaria adatta per fare gli investimenti. Il tempo per la realizzazione dell’opera veniva infatti stimato dalla impresa in 12 mesi e non in sette. Inoltre la realizzazione degli impianti avrebbe richiesto un investimento di 52 milioni da prendere interamente a prestito e la Eco Agri non ha dimostrato di possedere i mezzi per realizzare l’investimento. Nessun risarcimento sarà così dovuto.


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