Draghi, al via le consultazioni: verso un modello tecnico-politico

Draghi, al via le consultazioni: verso un modello tecnico-politico

Commenti

    Da sempre i grillini predicano che il loro primo obiettivo è quello di lavorare per il bene dell’italia e degli italiani. Ora il caso Draghi mostra la loro vera natura. Sono solo degli incapaci arroganti e prevenuti. Abbiamo la possibilità di avere un numero uno un fuoriclasse riconosciuto tale in tutto il mondo un uomo che ha competenze da vendere un curriculum impressionante risultati ottenuti nella sua grande carriera fuori dal comune. Eppure di fronte a un tale Presidente del Consiglio, vero salvatore dell’Italia, i 5 stelle dicono no e con loro altri miserabili parlamentari che temono di essere smascherati nella loro nullità dal più capace e competente presidente del Consiglio della storia Italiana. Se passa la linea del non appena votiamo i 5 stelle spariscono come spariranno per le comunali a Roma. Super Mario è il massimo che possiamo avere il solo che può farci rialzare e questo rifiuto da parte di alcuni partiti la dice lunga sulle reali intenzioni di chi siede in parlamento. Quando Obama era Presidente se aveva problemi diceva: chiamate Mario, l’uomo che tutto il mondo ci invidia l’uomo verso il quale tutto il parlamento dovrebbe convergere se davvero si avesse a cuore il bene dell’Italia.

    quindi a questo punto Renzi va ringraziato per avere innescato la svolta!

    Un Governo tecnico politico lo ritengo impraticabile a meno che DRAGHI non abbia in mente di rivolgersi sempre alla stessa maggioranza litigiosa e senza tutti i 5s , un governo tecnico garantirebbe un ampia maggioranza e toglie eventuali alibi a LEGA MELONI e 5S

    La cosa fondamentale che Draghi dovrebbe far capire a tutti questi patrioti è che la pentola ormai è vuota e che bisogna fare la dieta se non la fame.

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Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

Peccato che il 95% dei siciliani che tornano dal nord per le festività natalizie già il biglietto aereo (carissimo!!!) l'avevano comprato, non potendo aspettare i comodi della Regione Siciliana e rischiando di non riuscire ad acquistare il biglietto del treno partecipando ad una sorta di click day. Iniziativa deplorevole e iniqua!

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