Draghi si dimette: occhi puntati sulle primarie siciliane - Live Sicilia

Draghi si dimette: occhi puntati sulle primarie siciliane

Le pressioni sui dem e le preoccupazioni dei vertici del Pd.
LO SCENARIO
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PALERMO – Draghi si dimette, in Sicilia parte l’assalto alla diligenza per stoppare le primarie del fronte progressista. L’alleanza con il Movimento Cinquestelle rischia di diventare un tallone d’Achille per il Partito democratico siciliano dopo le dimissioni del premier Mario Draghi. Lo sanno bene gli attori politici che si muovono nella galassia liberal-democratica che adesso escono allo scoperto e chiedono ai dem di fermare le presidenziali di sabato.

Primarie nel mirino

Il tempo scorre, il fronte giallorosso raggranella 34000 registrazioni e prosegue per la propria strada sotto una grandinata di critiche. Il valzer lo apre il senatore renziano Davide Faraone. “In queste settimane abbiamo ricevuto numerosi appelli dal Pd a partecipare alle primarie siciliane che si terranno domenica prossima, voglio ringraziare il segretario Barbagallo per la cortesia dimostrata. Adesso siamo noi però a fare un appello agli amici del Pd: annullate le primarie”, spiega. “Quello che è accaduto ieri in Senato – aggiunge – è gravissimo e nei minuti in cui Draghi si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni appare incredibile far finta di nulla, far finta che Conte e il suo movimento non abbiano mandato per aria il governo di unità nazionale in piena emergenza economica e sociale per il Paese. Se Letta giudica folle a Roma la scelta del M5S, poi il Pd non può fare le primarie con loro in Sicilia come se nulla fosse”. “Chiedo al Pd – conclude Faraone – di risolvere questo disallineamento. Annullate le primarie di domenica per la scelta del candidato Presidente della regione Siciliana, sarebbe una scelta di buonsenso e buona politica”. 

Lo spettro delle elezioni anticipate

Il contesto rischia di mutare repentinamente e le elezioni anticipate in Sicilia a distanza di un mese per le regionali creerebbero un cortocircuito in termini di alleanze. Sinergie che a livello nazionale incontrano lo stop del segretario nazionale del Pd, Enrico Letta che con un tweet suggella la linea: “Il campo largo è finito, da oggi cambia lo scenario, pensiamo a noi stessi”. Nel frattempo si moltiplicano gli appelli per bloccare di rimando anche l’esperienza siciliana. “Anacronistica, assurda e ridicola la volontà di proseguire con le primarie in Sicilia per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione. Dopo che il partito di Conte e della Taverna ha causato pervicacemente una delle più gravi crisi di governo della storia repubblicana è incredibile che si possa ancora pensare di tenerselo come alleato. Auspico che il Partito democratico finalmente se ne renda conto ed esaurito questo passaggio delle primarie di domenica prossima, in cui personalmente auguro a Caterina Chinnici di affermarsi, riparta con nuove prospettive di alleanze”, dice il deputato calendiano Giorgio Trizzino. Dichiarazioni che fanno il paio con quelle di Fabrizio Ferrandelli di +Europa che ripesca la metafora del Titanic. “A me dispiace molto doverlo sottolineare, ma i dirigenti, locali e nazionali, del Pd che non si rendono conto dell’enorme errore di tenere le primarie domenica prossima, come se in queste ore nulla fosse successo, ricordano l’orchestra del Titanic che continuava a suonare mentre il transatlantico andava inesorabilmente verso l’iceberg”, spiega. E lancia un’altra bordata. “Come può il Pd continuare a tenere in piedi una coalizione con quel che resta del Movimento 5 Stelle, responsabile di aver aperto la crisi di Governo che ha portato alle dimissioni del Presidente Draghi? Quello che doveva essere il campo largo sta diventando un campetto periferico. Nessuna apertura alle forze liberal democratiche, alla società civile. Parafrasando Nanni Moretti: continuate così, fatevi del male”, attacca Ferrandelli.

I giallorossi siciliani vanno avanti ma…

I vertici di Pd e M5S, tuttavia, gettano acqua sul fuoco e assicurano che si andrà avanti lungo la strada delle presidenziali. “Certo la crisi al livello nazionale non ci voleva. A Roma può succedere di tutto. Ma in Sicilia proseguiamo il percorso, avviato da lungo tempo, con la coalizione progressista”, afferma il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo. “Nella nostra regione – ha scritto Barbagallo su Facebook – abbiamo lavorato uniti e compatti con un unico denominatore comune: scalzare il governo di centrodestra rappresentato da Nello Musumeci. E su questo abbiamo messo su le primarie. Stesso ritornello per i pentastellati che si sono visti costretti a giustificare l’annullamento degli ultimi due incontri pubblici che si sarebbero dovuti tenere a Gela e a Catania. “Le presidenziali vanno avanti: l’annullamento dell’incontro di domani a Catania tra i tre candidati è dovuto esclusivamente alle condizioni di salute di Barbara Floridia, positiva al Covid: connessione con quanto accaduto a Roma e con le parole della senatrice Castellone è destituita di fondamento”, si legge in una nota. Sul caso interviene anche Claudio Fava con una dichiarazione destinata a fare discutere. “Le primarie vanno avanti, mi auguro con quello spirito di lealtà che vedo  vacillare a Roma nel partito di Conte. E soprattutto mi auguro che siano primarie senza forestieri venuti in soccorso dal centrodestra. Delle due, l’una: o si lavora insieme per il cambiamento oppure si governa con Raffaele Lombardo”, dice Fava. E già qualche alleato fa le bizze. “La caduta del governo Draghi cambia totalmente lo scenario politico.  In Sicilia le primarie di coalizione del 23 luglio meritano un supplemento di riflessione. Già  il perimetro ristretto come da noi previsto ha  ridotto la partecipazione in maniera sensibile. Inoltre il loro svolgimento oggi non solo risponderebbe ad un quadro politico che non esiste più, ma renderebbe difficile l’ulteriore allargamento della coalizione a forze moderate e di centro, oggi escluse ma che potrebbero ritrovarsi sul piano nazionale e regionale in un programma di continuità rispetto al governo Draghi”, commenta il segretario del Psi Nino Oddo. Sulla tranquillità ostentata dai vertici giallorossi aleggia qualche dubbio. Come testimonia un appello al voto inviato dal deputato regionale Antonello Cracolici. “Adesso è inutile dire che non siamo in seria difficoltà”, scrive prima di invitare i suoi a votare Caterina Chinnici. “E’ importante che alle primarie si affermi il Pd, poi si vedrà”. Una frase sibillina che fa pensare. 

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